la nuova mostra – .

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L’attenzione che il Museo Diotti ha dedicato all’opera dell’artista fin dalla sua fondazione nel 2007 si traduce oggi in un’iniziativa espositiva – a cura di Walter Rosa – incentrato sul tema dell’atelier. Gli atelier degli artisti, i metodi di lavoro, gli strumenti e i materiali delle diverse tecniche espressive sono da tempo sotto i riflettori di studi storico-critici, di indagini incentrate sugli aspetti di tutela e conservazione, nonché oggetto di mostre e reali interventi museografici.

ATELIER DI ARTISTI CONTEMPORANEI – La mostra rappresenta innanzitutto un viaggio attraverso dieci atelier di artisti contemporanei che hanno collaborato negli anni con il Museo (Vincenzo Balena, Brunivo Buttarelli, Armando Chitolina, Italo Lanfredini, Fabrizio Merisi, Officina Originale, Mario Pozzan, Giorgio Tentolini, Francesco Vitale, Gianna Zanafredi). Il percorso proposto non mira tanto a confrontare le singole poetiche sulla base di un tema comune, quanto piuttosto a evidenziare la varietà e l’eterogeneità delle botteghe, tra modelli storici e singolarità, talvolta eccentriche. Con questa mostra lo sguardo si sposta dalle opere ai laboratori creativi degli autori.

LE RADICI NELLA STORIA – Opere e materiali antichi fanno da corollario al viaggio negli atelier contemporanei con l’obiettivo di individuare le costanti che legano questi artisti alla tradizione del disegno, della pittura e della scultura, creando un più ampio cortocircuito di temi, modelli, tecniche e modalità operative. Molto significativi, a questo proposito, sono i taccuini di lavoro esposti in mostra, insieme a disegni, stampe, manuali e strumenti. Il mito dell’origine del disegno (e delle arti) e quello dell’artista sono evocati attraverso alcune stampe sette-ottocentesche incise o riprese da Bartolozzi, Cunego, Ingres, Granet. Immagini dell’atelier dello scultore Alceo Dossena sono affiancati da alcuni strumenti a lui appartenuti e poi riutilizzati dal nipote Ercole Priori.

L’IMMAGINE DELL’ARTISTA – Il lavoro dell’artista è visto anche attraverso l’immagine che l’artista trasmette di sé: i ritratti-autoritratti e i ritratti d’artista in atelier fanno parte di un processo di autoconsapevolezza talvolta comunicato in termini di autopromozione pubblicitaria e via via codificato secondo forme e modalità specifiche con esposizione di strumenti ed emblemi, allestimenti di spazi lavorativi ed espositivi, liturgie e rituali precisi. Una sorta di autoritratto allegorizzato ritroviamo anche negli oggetti d’affezione, quelle “tavolozze di oggetti” che spesso sono ingredienti essenziali di molte composizioni pittoriche. In questa messa in scena dell’autore, della sua poetica e, talvolta, dei suoi estimatori e committenti, anche la fotografia gioca un ruolo essenziale, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento. Sarà quindi possibile vedere, tra l’altro, alcune opere ottocentesche sul tema del pittore e della modella, autoritratti di Anselmo Gorni, Gianfranco Manara, Paride Falchi, Luigi Tagliarini, Dino Villani, Cesare Zavattinicosì come ritratti di artisti realizzati da maestri della fotografia, come quello di Francesco Bacone in una polaroid di Pietro Barba.

IL PERCORSO DEI MUSEI – La mostra offre l’opportunità di accendere i riflettori su molte opere che fanno parte del percorso espositivo permanente del Museo, compresi gli atelier dei pittori Goliardo Padova, Palmiro Vezzoni, Tino Aroldi e lo scultore Ercole Priori: sono infatti esposti materiali d’archivio di questi artisti (stampe, disegni, fotografie) normalmente non visibili al pubblico.

IL TERRITORIO – Ad accompagnare la mostra, sarà proposto un calendario di aperture straordinarie per consentire la visita di alcuni atelier di artisti presenti sul territorio.

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