un visionario della fotografia in mostra a Camera – Torino News – .

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Margaret Bourke-White nella sua carriera ha collezionato una serie di primati: prima donna ad essere accreditata dall’esercito americano nei teatri di guerra – nel ’43 era sui caccia americani che bombardavano e fotografò quello che fu uno degli attacchi più violenti alla l’esercito tedesco -; sempre durante la guerra fu l’unica fotografa straniero a Mosca – la sua foto dell’attacco tedesco del 26 luglio 1941 presso l’ambasciata americana a Mosca è considerata una delle fotografie entrate nella storia -; prima fotografa donna per il settimanale Vita; il primo ritratto non ufficiale di lui Stalinanch’esso rimasto unico per molti anni e autorizzato al di fuori dell’URSS, fu anche il suo ultimo colpo Gandhiimmortalato poche ore prima di essere assassinato.

Fu anche la prima a documentare gli orrori del campo di sterminio di Buchenwald, il giorno dopo la liberazione dei prigionieri. «Ho visto e fotografato i mucchi di corpi nudi e senza vita, gli scheletri umani nelle fornaci, gli scheletri viventi che sarebbero morti il ​​giorno dopo perché dovevano aspettare troppo a lungo per la liberazione, i pezzi di pelle tatuata usati per i paralumi – scrive nella sua autobiografia intitolata “Ritratto di me stesso” -. Usare la macchina fotografica è stato quasi un sollievo. Ha messo una barriera di luce tra me e l’orrore di fronte a me”.. Margaret Bourke-White sarà il protagonista dell’estate a Camera – Centro Italiano della Fotografia. È dedicata, infatti, al fotografo newyorkese (è nata nel Bronx nel 1904) la mostra “Margaret Bourke-White. La vista dal tetto del mondo”.

Sopra, uno scatto di Paolo Novelli

A cura di Monica Poggisi aprirà 14 giugno prossimamente nei teatri di via delle Rosine e fino al 6 ottobre documenterà, attraverso 150 scatti, il lavoro e la vita di un maestro della fotografia, dagli esordi come fotografa industriale alla fine degli anni Venti – fu la prima a scalare le fusioni di ferro delle fonderie – ai suoi reportage in giro per il mondo . Margherita ha documentato tutto: la Grande Depressione, le opere di Il New Deal di Roosevelt, guerra, apartheid sudafricano. Ha documentato anche la sua malattia, quella che le costò la vita nel 1971. In concomitanza con la mostra di Bourke-White, la Project Room di Camera ospiterà “The Day After the Night”personale di Paolo Novelli (Brescia, 1976) a cura del direttore artistico di Centro Walter Guadagnini. La mostra, con fotografie analogiche in bianco e nero legate al tema dell’incomunicabilità, riunisce due cicli di lavori di questo esponente della fotografia di ricerca contemporanea, realizzati tra il 2011 e il 2018, e considerati centrali nell’evoluzione del suo linguaggio.

 
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