Quello per Marella Agnelli è stato il primo di una lunga serie di abiti firmati Balenciagail suo preferito come lei stessa dichiara nel libro Ho coltivato il mio giardino pubblicato nel 2014. «Negli anni Cinquanta la promiscuità culturale accrebbe l’interesse per tutto ciò che era considerato “di moda”. L’immagine, l’aspetto fisico erano molto importanti e di conseguenza anche ciò che si indossava assumeva una certa importanza» scrive nelle sue memorie.
Anche Coco Chanel riconosceva in Cristóbal la massima autorità dell’epoca: «L’unico vero couturier, in fondo, era lui, gli altri sono solo stilisti». Ripercorriamo la storia dello stilista spagnolo che ha gettato le basi della couture moderna
Freccia
«La moda era una forma di espressione ma anche di autodifesa. Se una ragazza non era particolarmente bella, e io non mi sono mai considerata una grande bellezza, doveva almeno essere elegante» si legge nel volume. «Monsieur Balenciaga, il mio couturier preferito in quegli anni, è stato per me uno scudo. Si è presentata al mondo con un’immagine creata da un’altra persona ed è stata una sensazione molto piacevole» confessa l’autrice.
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La giovane donna si è subito innamorata della moda. Impossibile non notarla proprio per il suo fisico snello quell’eleganza senza sforzo. Nel 1947, durante una serata trascorsa con il fratello Carlo e alcuni amici in un locale del capoluogo toscano, le venne conferito suo malgrado il titolo di Miss Firenze. Invece di esserne felice, si disperava. Sapeva che i suoi genitori non avrebbero gradito questo tipo di visibilità e così lo ha fatto: hanno cercato in tutti i modi di non far uscire la notizia sui giornali ma ogni tentativo è stato vano. Quando il suo nome si unì a quello degli Agnelli, entrò in un’altra dimensione fatta di grandi nomi e ottimi fotografi: tutti la volevano.
