Marcello Mio, la recensione del film che rende omaggio a Mastroianni da Cannes 2024 – .

26 settembre 1924, giorno di nascita di Marcello Mastroianni, quasi cento anni fa. Ed è questo l’anniversario che Christophe Honoré intende celebrare con il suo nuovo film dal titolo emblematico, Il mio Marcello. In concorso a Cannes 2024, e poi subito nelle sale in versione originale dal 23 maggio, per una scelta che accogliamo con favore: ci piace l’idea che il film venga distribuito sottotitolato, visto il riuscito mix di lingue in cui la storia si sviluppa e ci piace anche l’uscita in contemporanea allo spostamento al festival francese, che permette al pubblico di godersi il titolo quando noi professionisti possiamo raccontarglielo in anticipo.

Nel ruolo di Marcello Mastroianni

Chiara Mastroianni nel ruolo di suo padre Marcello

La storia surreale ma toccante di Il mio Marcello si concentra su Chiara, la figlia di Mastroianni, e sua madre Catherine Deneuve nel corso di un’estate travagliata. Un periodo limitato e tormentato durante il quale Chiara decide di far rivivere la figura di suo padre e lo fa attraverso se stessa, impersonandolo in ogni modo: inizia a vestirsi come suo padre, a parlare come lui, perfino a respirare come lui, con tanta forza e intensità che anche per chi le sta intorno inizia a diventare naturale chiamarla Marcello e immaginare che potrebbe essere lui, di nuovo tra noi. Il tutto realizzato con gusto e delicatezza, tra riferimenti, citazioni e ammiccamenti alla vita e alle opere di uno dei più grandi attori della storia.

Di padre in figlia

Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve in una scena

Il cuore di Marcello Mio sono le sue protagoniste, Chiara Mastroianni in primis, e la madre Catherine Deneuve, che dialoga con lei e porta avanti una storia che si muove tra Parigi, Roma e Formia. Sono la porta d’ingresso in questo particolare mondo filmico. Sono loro che accolgono lo spettatore e gli permettono di entrare lentamente nella storia: se riesci ad entrare nella storia e a non lasciarti sorprendere, è perché le due attrici annullano la distanza tra loro e il pubblico, rendendo questo bizzarro fenomeno credibile, con calore e affetto. operazione. Chiara Mastroianni è brava a evocare il mito del padre senza cadere nella facile trappola del imitarlo modi, tempi e movimenti. È brava a far cadere lo spettatoreinganno (o dovremmo dire omaggio). Come i personaggi del film che cedono alla tentazione di chiamarla con il nome del padre scomparso.

Il mio Marcello, tra limiti e calore

Il cinema è qualcosa di strano, in cui a volte è difficile essere analitici, freddi, asettici. Un film come Il mio Marcello è un’entità strana, di quelle che potrebbero finire in un fallimento, crollare su se stessa e sulle sue eccentricità, e invece passo dopo passo apre le porte di casa Mastroianni e riesce a trasmettere quel calore che porta con sé l’omaggio al grande Marcello con se stesso. Anche se ci sono passaggi in cui il film gira in tondo, e se in alcuni momenti si ha la sensazione che la direzione da prendere non fosse chiara, Christophe Honoré riesce a mantenere tutto in equilibrio: l’affetto, le citazioni, i riferimenti ai momenti più importanti della carriera dell’attore (merita un applauso la riproposizione della comparsa televisiva di Marcello Mastroianni insieme a Mina).

Marcello Mio5

Chiara Mastroianni diventa Marcello

Brava Chiara Mastroianni, come detto, ma Honoré è soprattutto abile nel tenere le redini del progetto e nel far sì che esso non si allontani da quella difficile linea di equilibrio che si viene a creare, mantenendo credibili gli aspetti più surreali e delicati, mai invadenti nel ‘dono’. E poi è soprattutto un film divertente. Un’opera che diverte con gusto, al di là della necessaria celebrazione. Il mio Marcello è un film difficile da inquadrare, ma nel complesso riuscito e godibile, che si rivolge sia al cinefilo che sa apprezzare la componente più celebrativa, sia a chi vuole vedere un film che intrattenga. Con grazia e misura.

Conclusioni

Un omaggio sentito, un film piacevole. Questo è Marcello mio di Christophe Honoré, il film presentato a Cannes 2024 e subito nelle sale per Lucky Red, in cui Chiara Mastroianni rende omaggio al padre Marcello vestendosi e truccandosi come lui, apparendo così credibile che i personaggi del film chiamano lei dal nome del grande attore scomparso e nel quale anche gli spettatori potrebbero cadereinganno e divertiti con loro. Se tutto funziona e regge per tutta la durata, a parte alcuni passaggi che vanno un po’ a vuoto, è perché Honoré riesce a mantenere l’equilibrio tra i toni senza distogliere lo spettatore dal progetto, coinvolgendolo sempre di più.

Perché ci piace

  • Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve, che ci accolgono nel loro mondo rendendo omaggio al grande Marcello.
  • La misura e l’equilibrio tra i toni che Christophe Honoré riesce a mantenere.
  • Il doveroso e caloroso omaggio a Marcello Mastroianni nel centenario della sua nascita.

Cosa c’è che non va

  • Alcuni passaggi in cui il film non sembra avere un’idea chiara della direzione da prendere.
 
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