“ancora troppe persone non sono vaccinate” – .

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La Società Italiana di Reumatologia fa appello ai pazienti con malattie autoimmuni: “ancora troppi non sono vaccinati”

La Società Italiana di Reumatologia lancia un appello ai pazienti con malattie autoimmuni: “Ancora troppi non si vaccinano”

Approfondimenti

29 giugno 2024
29 giugno 2024

Roma – Sono ancora troppi i pazienti reumatologici che non vengono vaccinati contro Herpes Zoster, Covid-19, influenza, HPV e pneumococco: è l’appello della Società italiana di reumatologia (Sir), che sottolinea la necessità di vaccinare le persone con malattie reumatologiche autoimmuni, come artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, vasculite, malattie autoinfiammatorie. Si tratta di malattie in aumento, spesso croniche, che colpiscono frequentemente le persone in età lavorativa e con figli piccoli, con un grave impatto sulla qualità della vita e sui costi diretti e indiretti per la comunità. Inoltre, causano un aumento della morbilità e della mortalità, anche a causa di un aumento del rischio di infezioni. I pazienti quindi hanno bisogno della protezione offerta dai vaccini. Per promuovere l’importanza delle vaccinazioni a livello nazionale e suggerire raccomandazioni standardizzate per la pratica clinica, il Sir ha realizzato le “raccomandazioni sulle vaccinazioni nei pazienti affetti da malattie reumatologiche”, presentate nei giorni scorsi in un evento a Roma. Le raccomandazioni sono state realizzate secondo la metodologia “Grade-Adolopment” in conformità ai requisiti del Sistema Nazionale delle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità e sono pertanto disponibili sul sito dell’ISS.

“Le malattie reumatologiche sono un gruppo eterogeneo che comprende circa 200 patologie, in grado di colpire diverse fasce di età – ha spiegato Gian Domenico Sebastiani, presidente del SIR -. Per i pazienti il ​​rischio di contrarre infezioni è più elevato rispetto alla popolazione generale, sia per l’immunodepressione causata da alcune di queste patologie, sia per gli effetti delle terapie. I pericoli associati alle malattie prevenibili con i vaccini sono troppo spesso sottovalutati. Ad esempio, l’infezione da Herpes Zoster o da Fuoco di Sant’Antonio può essere aggressiva, manifestarsi in modo atipico e causare complicazioni che peggiorano la qualità della vita. Anche una semplice influenza stagionale può avere gravi conseguenze respiratorie. Per quanto riguarda il Covid-19, la letteratura scientifica è ancora in continua crescita, ma anche qui abbiamo voluto indicare la vaccinazione come buona pratica per tutti i pazienti. Come il Sir, nel 2020 abbiamo pubblicato delle raccomandazioni per le vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica nei pazienti con malattie reumatologiche autoimmuni, ma non esistevano ancora delle linee guida esaustive sulle vaccinazioni nei pazienti reumatologici. Per questo motivo abbiamo deciso di creare un documento unico, che possa fungere da linea guida nazionale e orientare al meglio il personale sanitario”.

“Oggi esiste ancora una diffidenza ingiustificata nei confronti dei vaccini, che va contrastata attraverso una corretta informazione – ha affermato Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) -. Per questo, aver creato le prime raccomandazioni per i pazienti reumatologici è un passo importante, che consentirà di aumentare la conoscenza delle malattie infettive in reumatologia e dei benefici che si possono ottenere grazie ai vaccini. I destinatari delle linee guida sono infatti specialisti in reumatologia, medicina interna, immunologia clinica e allergologia, igiene, sanità pubblica, malattie infettive, medici di medicina generale e tutti gli operatori sanitari coinvolti nella gestione dei pazienti con malattia reumatologica in ambito primario, secondario e terziario sia a livello territoriale che ospedaliero”.

“Le linee guida sulle vaccinazioni dei pazienti reumatologici contengono indicazioni utili per Influenza stagionale, Pneumococco, Papilloma virus umano, Haemophilus influenzae b, Epatite A, Epatite B, Poliomielite inattivata, Meningococco B, Meningococco coniugato ACWY, Tetano, Difterite e pertosse, Tifo, Zoster e buone pratiche per il Covid-19 – ha aggiunto Giovanni Gabutti della Siti (Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica). – Sono le infezioni più comuni per i pazienti immunocompromessi, dalle quali è importante proteggerli. È necessario un lavoro congiunto, online, affinché i pazienti siano sempre informati sulle opportunità di protezione offerte dai vaccini e sulle modalità di partecipazione alle campagne vaccinali”.

«L’immunizzazione contro i virus più diffusi nella popolazione è fondamentale», ha continuato Laura Sticchi, del Siti. “Ad esempio, l’influenza stagionale può causare conseguenze fatali nei pazienti immunocompromessi o anziani. In Italia, soprattutto tra gli anziani, i tassi di vaccinazione sono in forte calo: oggi solo il 56% degli over 65 è vaccinato. Per quanto riguarda il Covid-19, il numero di vaccinazioni somministrate nel 2023 è tra i più bassi in Europa. Questi numeri dimostrano chiaramente l’importanza di intervenire con campagne di informazione e sensibilizzazione su questo tema”.

«È importante ricordare che molte malattie reumatiche sono croniche e richiedono quindi l’uso prolungato di farmaci immunosoppressori, che espongono i pazienti a un maggior rischio di sviluppare infezioni», spiega Fabrizio Conti, consigliere Sir. “I vaccini sono in grado di ridurre il rischio di infezione e, se questa dovesse verificarsi, di ridurne le conseguenze. Per questo motivo è importante che pazienti e medici curanti prendano coscienza della loro importanza, per eliminare il rischio di esiti gravi dovuti alla combinazione di malattie reumatiche e infezioni”.

“Siamo molto orgogliosi del lavoro svolto nella stesura delle nuove linee guida”, ha concluso Carlo Scirè, del Centro Studi Sir, “è stato un processo complesso che ha coinvolto numerose professionalità e che da oggi consentirà a tutti gli specialisti e ai medici di medicina generale di accompagnare i propri pazienti in modo omogeneo. In un’ottica di corretta informazione, il nostro obiettivo è che le raccomandazioni arrivino anche ai responsabili delle politiche e dell’organizzazione delle cure del Sistema Sanitario Nazionale, così da poterne avere ampia diffusione”.

 
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