«20.000 leghe sotto i mari» magnifico film d’avventura nelle profondità dell’oceano – .

Il 29 giugno 1954 fu presentata al termine della quarta edizione dell’ Festival del cinema di Berlino (che fino al 1956 non aveva giuria e vedeva i principali premi assegnati con voto del pubblico) 20.000 leghe sotto i mari / 20,000 Leagues Under the Sea di Richard Fleischer, il blockbuster della Disney (e la sua prima produzione in CinemaScope) distribuito in seguito nei cinema americani nel Natale di quell’anno e nel nostro Paese solo nel settembre di quello successivo. È il quarto adattamento cinematografico (e il primo sonoro) del famoso romanzo del 1870 dello scrittore francese Jules Verne, già ridotto in due cortometraggi all’inizio del Novecento e poi, nel 1916, nell’omonimo lungometraggio muto di Stuart Paton.

Capolavoro di letteratura d’avventura e precursore di molta fantascienza a venire (un genere che la straordinaria immaginazione di Verne ha contribuito a definire), nonché in larga misura un veicolo per la diffusione popolare di un cultura scientifica all’epoca alimentata da un desiderio senza precedenti di conoscenza e scoperta, 20.000 leghe sotto i mari Divenne anche paradigma del romanzo utopico “libertario” grazie alla figura incredibilmente potente e complessa dell’ il famoso capitano Nemo: pacifista ante litteram, ribelle che ha scelto di ritirarsi dalla società terrena che considera corrotto e ingiusto e fiero oppositore del potere coloniale.

Il poliedrico regista Fleischer, classe 1916, era già attivo a Hollywood nell’immediato dopoguerra e fino ad allora si era distinto per opere dal budget limitato infinitamente meno imponente e per una naturale propensione a genere nero; ma questo film gli aprì le porte a una carriera successiva molto più varia che gli permise di distinguersi nel genere fantasy in almeno altri due casi degni di nota: Viaggio allucinatorio / Viaggio fantastico (1966) e 2022: I sopravvissuti / Soylent Green (1973). Il film inizia nel 1868, quando, dopo che numerose navi sono affondato per ragioni insondabilisi diffonde la voce che il responsabile dei naufragi sia un mostro marino gigante.

Per indagare su questa possibilità, la Marina degli Stati Uniti organizza una spedizione della fregata Abraham Lincoln, di cui vede come membri dell’equipaggio Biologo marino Pierre Aronnax (Paul Lukas), il suo assistente del Consiglio (Peter Lorre) e uno coraggioso marinaio canadese lungo termine, il trombettista Ned Land (Kirk Douglas). Durante la missione, la nave viene attaccata dal presunto mostro, che in realtà si rivela essere un sottomarino con una tecnologia all’avanguardia, il Nautilus, progettato e gestito da Il misterioso capitano indiano Nemo (James Mason) per vendicarsi degli odiati inglesi.

Aronnax, Conseil e Ned vengono catturati e portati a bordo; e iniziano unaavventura straordinaria nelle profondità dell’oceano alla scoperta di un mondo sottomarino nuovo, affascinante e talvolta pericoloso, proprio come la personalità del tormentato Nemo, spinto da un desiderio di vendetta contro la civiltà, il cui comportamento enigmatico non manca di creare tensioni. Un viaggio di eventi e avventure inaspettate (la visita subacquea a un galeone affondato con un tesoro regolare attaccato; uno scontro con un tribù degli antropofagi; una battaglia contro un calamaro gigante) prima di arrivare alla base di Vulcania dove il capitano, vittima di un’imboscata ordito con l’aiuto di Ned, preferirà affondare il Nautilus, sacrificando anche la sua vita, piuttosto che rischiare che la tecnologia da lui sviluppata possa cadere nelle mani sbagliate.

Scritto da Earl Felton in modo allo stesso tempo ossequioso e “libero”, 20.000 leghe sotto i mari è un film che, visto oggi, nell’era di infinite possibilità del digitale e di un cinema mainstream che esiste da tempo ha bandito la poesia dell’artigianatonon può che apparire datato (paradossalmente anche a causa della regia molto intelligente di Fleischer che preferisce lasciare l’accento al settore tecnico, privilegiando con sobrietà invisibile solo le ragioni psicologiche e le performance dei protagonisti). Ma la sua natura puramente avventurosa rimane senza tempo, così come la sua influenza (è unanimemente considerato un progenitore del steampunk) in immagini molto più tarde.

Se effetti speciali (prodigiose all’epoca e premiate con un Oscar) sono ormai da considerarsi pezzi d’antiquariato, le scenografie materiche di John Meehan ed Emile Kuri (ispirate anche all’iconografia delle illustrazioni che da sempre accompagnano i romanzi di Verne, da quelle originali di Alphonse de Neuville ai successivi di Jules Férat o Édouard Riou). insegne dell’Oscar, invece resistono alla prova del tempo. E il design del Nautilointeramente curata da Harper Goff (che sarà poi anche il progettista dell’astronave miniaturizzata del suddetto Un viaggio incredibile) rimane uno straordinario capolavoro concettuale.

Dall’uscita di questa versione ad oggi, il altri adattamenti di romanzo (più o meno fedele e nelle forme più varie, anche apocrife) sono stati molti; così come quelli del seguito letterario “naturale”. L’isola misteriosa (1874), in cui il personaggio di Nemo fu ripreso dal suo stesso autore. Ma tutti, naturalmente, incomparabile a questo; che la TV “generalista”, da tempo immemorabile, ha ha smesso di inserire in modo colpevole nei suoi palinsesti, ma che non manca di figurare nell’esaustivo catalogo della piattaforma streaming Disney+.

 
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