‘Volevamo tornare nel nord di Gaza, ci hanno sparato’ – IL REPORTAGE – News – .

‘Volevamo tornare nel nord di Gaza, ci hanno sparato’ – IL REPORTAGE – News – .
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“Abbiamo sentito che molti stavano tornando indietro, tornando alle loro case a Gaza City. Non ci ho pensato un attimo, ho preso la borsa e ho iniziato a camminare lungo la strada costiera”. Ma quella speranza fu di breve durata: “Le truppe israeliane sparavano sulla folla e sono stato costretto a tornare indietro”. Ibtesam al-Zant, una signora di 48 anni ferita alla gamba destra, è una dei tanti sfollati che da ieri cercano di tornare nel nord di Gaza, trovandosi di fronte – dicono – allo sbarramento dell’IDF .

Migliaia di disperati che ieri non hanno esitato a prendere le loro poche cose e sono partiti dopo che si era sparsa la voce di un messaggio sui cellulari inviato, secondo i media palestinesi, dall’esercito israeliano, in cui si diceva che le donne e i bambini sono stati autorizzati a tornare nel nord di Gaza dopo l’attacco dell’Iran a Israele. Sebbene l’IDF si sia affrettato a smentire la notizia con diversi messaggi, la voce si era ormai diffusa. Inizialmente si sono mossi piccoli gruppi, poi il tam tam è diventato inarrestabile: migliaia hanno attraversato la strada costiera, molte persone sono riuscite a superare i posti di blocco senza alcun ostacolo. Ma poi – secondo chi ha tentato il viaggio – l’esercito israeliano ha iniziato a sparare, provocando la morte di almeno cinque persone e decine di feriti. Tra loro c’era anche una bambina, di soli 5 anni, che è stata colpita alla testa mentre era in braccio alla madre, racconta la donna, sottolineando che ora è in gravi condizioni, “ricoverata in terapia intensiva”.

La notizia della possibilità di tornare a casa si è diffusa rapidamente tra gli sfollati accampati nella zona centrale della Striscia e a Rafah. “Non vediamo l’ora di tornare, anche se le nostre case sono state distrutte, ma la vita nelle tende qui è molto più miserabile”, ha detto Mahmoud Abu Nada che vive in una grande tenda con 22 membri della sua famiglia tra cui sua moglie, i figli, fratelli e sorelle. “Non possiamo più sopportare di vivere in queste condizioni, siamo tutti stanchi e malati”, ha aggiunto.

Anche oggi Mahmoud è tornato sulla strada costiera nel tentativo di oltrepassare la linea e tornare a casa insieme a migliaia di altre persone, ma invano: i soldati israeliani hanno iniziato a sparare su chiunque si avvicinasse. “È pericoloso e le truppe sono senza cuore, sparano per uccidere”, dice Mahmoud.

Dopo che il portavoce dell’IDF ha definito “false e del tutto infondate” le voci secondo cui il ritorno di donne e bambini sarebbe stato autorizzato, non è ancora chiaro chi abbia dato il consenso, se gli SMS fossero falsi o se fossero stati inviati da altri. partire. L’unica certezza è la speranza di tornare a casa, nel nord, che ormai è diventata la questione più importante per oltre un milione di sfollati costretti da mesi nelle tendopoli.

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Tag: ricercato ritorno nord Gaza sparato REPORTAGE Notizie

 
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