Hong Kong cancella i passaporti di 6 attivisti fuggiti nel Regno Unito – Ultime notizie – .

Hong Kong cancella i passaporti di 6 attivisti fuggiti nel Regno Unito – Ultime notizie – .
Hong Kong cancella i passaporti di 6 attivisti fuggiti nel Regno Unito – Ultime notizie – .

Hong Kong ha cancellato i passaporti dell’ex colonia di sei attivisti pro-democrazia fuggiti nel Regno Unito, definendoli “criminali ricercati senza legge”, un ulteriore passo avanti rispetto a quello del 2023 che ha visto le autorità emettere ricompense di 1 milione di dollari di Hong Kong (128.000 dollari). per ciascuno dei 13 attivisti fuggiti all’estero e ritenuti responsabili di aver minato la sicurezza nazionale.

I sei ancora nel mirino sono l’ex deputato Nathan Law, il sindacalista Mung Siu-tat e gli attivisti Simon Cheng, Finn Lau, Fok Ka-chi e Choi Ming-da: sono accusati di “continuare a impegnarsi in attività che mettono a rischio la nazione” la sicurezza è in pericolo”. Sono stati accusati di crimini legati alla sicurezza nazionale, tra cui incitamento alla secessione, sovversione e collusione straniera, tutti crimini punibili con l’ergastolo. I funzionari di Hong Kong hanno citato la legge sulla sicurezza nazionale, approvata a marzo dal parlamento locale (LegCo), come base giuridica per cancellare i passaporti degli attivisti. La polizia ha anche aggiunto che chiunque offra fondi, affitti proprietà o gestisca un’attività con le persone nominate rischia fino a sette anni di prigione. La decisione arriva nel quinto anniversario del violento scontro tra manifestanti e polizia che ha segnato una grave escalation nelle proteste di massa a favore della democrazia del 2019 a Hong Kong. Le taglie sui 13 attivisti, emesse a dicembre, sono state fortemente condannate da Stati Uniti e Gran Bretagna, con Londra che le ha definite “una minaccia alla nostra democrazia e ai diritti umani fondamentali”. Il governatore della città John Lee, che a sua volta è stato sottoposto alle sanzioni statunitensi per il suo ruolo di capo della sicurezza della città nel 2019, ha affermato che gli attivisti ricercati saranno “perseguitati a vita”, invitandoli ad arrendersi e a costituirsi. è iniziata nel giugno 2020 con l’imposizione della legge sulla sicurezza nazionale, accompagnata da un’applicazione retroattiva in risposta alle proteste del 2019. La legislazione, che ha rimodellato la società dell’ex colonia e abbattuto il muro di protezione legale che un tempo esisteva tra la città e la Cina, rivendica il potere di ritenere responsabili le persone accusate in tutto il mondo.

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