Questo è il suo libro Dalla stessa parte mi troverai È in finale al Premio Strega, Valentina Mira è diventata ancora una volta oggetto di critiche da parte di esponenti di Fratelli d’Italia e non solo. Per ricostruire la Repubblica a spiegare perché il romanzo è pesantemente attaccato è la stessa scrittrice romana, 33 anni, alla sua seconda pubblicazione dopo l’esordio nel 2021 con X. Ospite di Otto e mezzo, Mira ha ricordato come erano iniziate le aggressioni dopo la diffusione di uno stralcio in merito L’Espresso, prima di arrivare nelle librerie: «In quell’estratto riportavo una vecchia notizia, del 2008, quando Giorgia Meloni depose in via Acca Larenzia tra le sue braccia distese su questa croce celtica. Sulla base di questo, e non del libro non ancora pubblicato, il primo ad attaccarmi è stato il vicedirettore dell’ il Secolo d’Italia». Lo scrittore, nell’articolo sopra la Repubblica di domenica 14 aprile, sottolinea quindi che la critica non è sul libro, ma su alcune pagine presentate in anteprima sul settimanale. «È questo che fa esasperare il Secolo d’Italia, non ha a che fare con i morti ma con i vivi”, dice. Cioè l’attacco è arrivato per difendere il premier e non per una presunta ricostruzione dei fatti di Acca Larenzia. Poi il libro è entrato nella dozzina finale del Premio Strega ed è stato inondato di insulti e minacce sui social da parte di presunti “compagni”, ma non solo. Perché poi è Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, a parlarne negativamente, seguito dal capogruppo Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, dal deputato Augusta Montaruli, e dal senatore FdI Andrea De Priamo. «Tutte polemiche strumentali, che oscurano l’unica vicenda che volevo evidenziare: quella di Mario Scrocca, ingiustamente arrestato per il duplice omicidio di via Acca Larenzia 10 anni prima e trovato morto impiccato in una cella del carcere di Regina Coeli trentasei ore dopo ”, commenta lo scrittore. E aggiunge: «Chiudo definendo strumentali gli attacchi di chi mi attribuisce l’allarmismo sulla democrazia: non siamo in un regime. Sui difetti della nostra democrazia consiglio i libri di Luigi Ferrajoli, un grande intellettuale. Se i libri interessano. Non si sa mai.”
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