Le biblioteche non si dimenticano di te – .

Le biblioteche non si dimenticano di te – .
Le biblioteche non si dimenticano di te – .

Ho scoperto di essere diventata parte di una comunità che non mi aveva dimenticato nei miei decenni di latenza, e che aveva atteso fiduciosamente il mio ritorno all’ovile, bisognosa di un libro che era stato conservato al sicuro per me. Moltiplica questo per tutti i membri che una rete di biblioteche può avere e otterrai l’unica utopia che potrebbe mai funzionare

La macchina del tempo esiste ed è conservata presso la Biblioteca Estense di Modenadove mi sono recato qualche giorno fa perché avevo urgente bisogno di confrontare l’esattezza di alcune citazioni di Rabelais con la nobilissima edizione Einaudi di Gargantua e Pantagruele (Collana I Millenni, 880 pp., €85). Conoscendo l’iter delle biblioteche universitarie – nella mia vita ho dovuto firmare più moduli per consultare un volume all’Università di Pavia che per comprare una casa – mi sono presentato armato di pazienza e di ogni documento possibile, dalla carta d’identità alla tessera sanitaria carta, dall’abbonamento dei trasporti pubblici alla carta Cuore Rossonero, in modo che le operazioni di riconoscimento fossero univoche. Con mia grande sorpresa, e quasi svenendo, l’addetto allo sportello mi ha invece comunicato che non c’era bisogno di alcuna identificazione, in quanto ero già inserito nel loro database: perché circa venti o forse un milione di anni fa vivevo lì ed ero iscritto al sistema bibliotecario comunale, usufruisco con piacere della Biblioteca San Carlo per le mie letture filosofiche e della gradevole Biblioteca Delfini per quelle di romanzo. Con discrezione mi chiese poi se la mia professione fosse ancora quella di studentessa; mentre io, felice, Stavo pensando a come questo episodio abbia dimostrato non solo l’esistenza della macchina del tempo, ma anche la realizzazione della tanto decantata repubblica delle lettere. Con la semplice voglia di leggere qualche libro eoni fa, infatti, Ho scoperto di essere diventato parte di una comunità che non mi aveva dimenticato nei miei decenni di latenzae che ha atteso fiducioso il mio ritorno all’ovile, bisognoso di un libro che era stato conservato al sicuro per me. Moltiplicatelo per tutti i membri che una rete bibliotecaria può avere, per tutti i libri che aspettano serenamente il ritorno di potenziali lettori, e otterrete non solo una trama borgesiana, ma anche l’unica utopia che potrebbe mai funzionare. Così capirete anche la gioia dell’ottantenne che, il giorno dopo, lo vidi prendere in prestito un fumetto di Tex dalla Biblioteca Salaborsa in pieno centro a Bologna: non gli bastava essere contento del fumetto, era contento anche di non essere solo.

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La macchina del tempo esiste ed è conservata presso la Biblioteca Estense di Modenadove mi sono recato qualche giorno fa perché avevo urgente bisogno di confrontare l’esattezza di alcune citazioni di Rabelais con la nobilissima edizione Einaudi di Gargantua e Pantagruele (Collana I Millenni, 880 pp., 85 €). Conoscendo l’iter delle biblioteche universitarie – nella mia vita ho dovuto firmare più moduli per consultare un volume all’Università di Pavia che per acquistare una casa – mi sono presentato armato di pazienza e di ogni documento possibile, dalla carta d’identità alla tessera sanitaria, dall’abbonamento ai trasporti pubblici alla tessera Cuore Rossonero, perché le operazioni di riconoscimento fossero univoche. Con mia grande sorpresa, e quasi svenendo, l’impiegata allo sportello mi ha invece comunicato che non c’era bisogno di alcun documento di riconoscimento, in quanto ero già inserito nella loro banca dati: perché circa venti o forse un milione di anni fa abitavo lì ed ero iscritto al sistema bibliotecario comunale, approfittando felicemente della Biblioteca San Carlo per le mie letture filosofiche e della piacevole Biblioteca Delfini per quelle romanzesche. Con discrezione mi ha poi chiesto se la mia professione fosse ancora quella dello studente; mentre io, deliziato, Stavo pensando a come questo episodio abbia dimostrato non solo l’esistenza della macchina del tempo, ma anche la realizzazione della tanto decantata repubblica delle lettere. Con la semplice voglia di leggere qualche libro eoni fa, infatti, Ho scoperto di essere diventato parte di una comunità che non mi aveva dimenticato nei miei decenni di latenzae che ha atteso fiducioso il mio ritorno all’ovile, bisognoso di un libro che era stato conservato per me. Moltiplicatelo per tutti i membri che una rete bibliotecaria può avere, per tutti i libri che aspettano serenamente il ritorno di potenziali lettori, e otterrete non solo una trama borgesiana, ma anche l’unica utopia che potrebbe mai funzionare. Capirete anche la gioia dell’ottantenne che, il giorno dopo, ho visto prendere in prestito un fumetto di Tex dalla Biblioteca Salaborsa in centro a Bologna: non gli bastava essere contento del fumetto, era contento anche di non essere solo.

 
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