la Via Crucis di San Berillo Vecchio, ponte tra culture e fedi – .

Nel cuore del quartiere di San Berillo Vecchio, un evento singolare ha unito fedi e culture in un percorso condiviso di riflessione e fratellanza. La Via Crucis, organizzata ieri, mercoledì 27 marzo, ha tracciato non solo un percorso fisico per le vie storiche di Catania ma anche un itinerario spirituale che ha valicato i confini delle diverse confessioni presenti nel tessuto sociale del quartiere.

Il corteo è stato guidato da un’icona vivente della multiculturalità, la giovane Associazione Giovani Pace del Gambia, che con il suo djambè ha scandito i passi lungo il percorso dal Cortile Goliarda Sapienza a Piazza Falcone, animando l’evento con un ritmo unico. Ad impreziosire il percorso, le opere dell’artista Giuliana Pappalardo, che ha rappresentato le varie stazioni della Via Crucis con icone originali, frutto del suo impegno artistico nel quartiere.

L’evento, guidato dall’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, e coordinata da padre Pietro Belluso, ha visto una partecipazione eccezionale di fedeli, rappresentanti di associazioni, migranti e personalità del tessuto sociale e religioso della città, evidenziando un dialogo profondo e costruttivo. Presente anche Padre Giuseppe Gliozzo, ispiratore dell’iniziativa nel lontano 1977.

In un gesto di apertura ecumenica, l’imam della Moschea della Misericordia, dottor Keith Abdelhafid, ha offerto un commento alla quarta e all’ottava stazione, introducendo il canto coranico in un contesto marcatamente cattolico, segno di un desiderio di dialogo e di comprensione reciproca che supera le barriere della religione. La comunità rumena di Sant’Agata ha accolto la processione con canti della tradizione ortodossa, ribadendo il messaggio dell’unità nella diversità.

I contributi delle comunità parrocchiali locali, del Gruppo Amici in Viaggio, del Centro Astalli e di altre associazioni hanno arricchito l’evento, offrendo riflessioni e testimonianze che hanno toccato il cuore dei partecipanti.

La giovane Carlotta, con un commento pensato per i più piccoli ma ricco di significato, ha dimostrato come il messaggio di fratellanza e di giustizia possa essere accessibile a tutti. Particolarmente toccante è stato il commento freestyle alla decima stazione del rapper Filippo Gravina, che ha saputo interpretare il sentimento collettivo con parole vibranti di sincerità e attualità.

Mons. Renna ha concluso l’evento sottolineando l’importanza dell’unità anche nella diversità e ricordando la “Stazione Zero”, simbolo dell’inizio del cammino di Gesù verso la croce, momento della rinuncia alla violenza. Questo invito a seguire l’esempio di amore e di pace di Gesù si propone come una bussola per ogni uomo e donna, di ogni fede e nazione, in un mondo che appare sempre più diviso.

L’evento di San Berillo Vecchio diventa così non solo una commemorazione religiosa in un quartiere difficile, ma un manifesto vivente dell’importanza del dialogo, della comprensione e dell’impegno comune verso i valori universali di pace e giustizia. In questo contesto, Catania si conferma città di incontro e di speranza, dove le differenze diventano ponti e non barriere.

Foto di Luca Artino

 
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