il calcio qui è come una religione” – .

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In una lunga intervista rilasciata ai microfoni ufficiali del Lega Serie A, Tommaso Enrico si raccontò nelle vesti di un abitante della città di Verona. L’attaccante francese, infatti, ha risposto alle domande facendo da guida nei luoghi più simbolici del centro.

Di seguito, quindi, il affermazioni principali della punta giallo-blu.

«Sono arrivato al Verona dopo la stagione al Venezia. Ho parlato con Marroccu, l’ex direttore sportivo. Mi ha fatto sentire a casa. Per me è stata una grande opportunità restare in Serie A e continuare l’avventura mai vista prima dell’Italia nel massimo campionato con un club storico, perché l’Hellas Verona ha vinto il campionato italiano.

Verona è una città bellissima e ha tanti lati positivi per chi ha una famiglia come me. È molto importante vivere in una città né troppo grande né troppo piccola, ma a misura d’uomo. Adoro fare una passeggiata in centro, andare al ristorante, prendere un caffè o un gelato o semplicemente passeggiare lungo l’Adige. Sono un uomo semplice con una vita ordinaria. Mi piace passare il tempo con la famiglia e gli amici.

Castel San Pietro è il luogo più bello della città, perché lo puoi ammirare dall’alto. È la prima cosa che ho visto quando sono arrivato a Verona, ho visto quanto era bello e ho deciso di vivere in centro e unirmi ai veronesi.

Amo Verona non solo per la sua bellezza ma anche per la sua gente gentile e disponibile. Qui il calcio è come una religione, è davvero impressionante vedere come lo vivono. È molto importante avere un rapporto con i tifosi, con le persone che vivono qui, penso che apprezzino questo legame. Sono molto orgoglioso di far parte di questo club, soprattutto perché i tifosi rispettano il nostro spazio personale. È bello vivere da professionista a Verona. Non conosco il dialetto veronese, ma so che i tifosi si chiamano “butei”, è l’unica cosa che so”.

 
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