Roma. Mostra su Gentile. Sangiuliano, è giusto dargli merito

AGI – “Giovanni Gentile è stato riconosciuto da autorevoli studiosi come uno dei più importanti filosofi europei del Novecento, insieme a Benedetto Croce. Il suo è uno sviluppo teorico che offre spunti ancora oggi, a partire dal riferimento al Risorgimento o come quando nel saggio postumo ‘Genesi e struttura della società italiana’ individuò il valore della comunità. Già la scelta del titolo indica una visione: ‘Andare per strada’ è un motto che lo stesso Gentile usava per sollecitare gli intellettuali a proporre cultura alla gente”. Lo ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, visitando il mostra ‘Scendere per strada. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica‘, inaugurata a Roma, presso l’Istituto Centrale per la Grafica.

All’anteprima erano presenti, tra gli altri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa; il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni; il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti; il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone; il presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali del Senato, Franco Zaffini; il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri; i deputati Alessandro Amorese e Ilaria Cavo; gli eredi della famiglia tra cui i due nipoti, il direttore generale dell’Istruzione e della Ricerca del MiC, Andrea De Pasquale; il direttore generale della Direzione Creatività Contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello; il direttore dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Giuseppe Parlato; i presidenti di Cinecittà e Anica, Chiara Sbarigia e Francesco Rutelli, il produttore cinematografico e televisivo Pietro Valsecchi.

La mostra è composta da settantacinque le opere esposte, tra originali e riproduzioni provenienti da diverse istituzioni, tra cui la Fondazione Roma Sapienza, l’Archivio Giovanni Gentile, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, l’Istituto Italiano di Studi Germanici, l’Istituto Comprensivo Regina Margherita e il Museo delle Civiltà. UN percorso suddiviso in tre sale per rendere conto complessa e molteplice azione di politica culturale intrapreso durante la sua esistenza.
All’Istituto Centrale per la Grafica, la mostra vuole ricordare uno dei più grandi e tra i più controversi intellettuali del Novecento italiano in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua morte. Dopo una parte introduttiva dedicata alla sua biografia e ad alcuni momenti cruciali della sua vita accademica e politica, la mostra ripercorre le diverse istituzioni da lui promosse e dirette negli anni Venti e Trenta del secolo scorso.

Nella prima sala, risalto è dato all’Enciclopedia Italiana, al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, all’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente e all’Istituto Italiano di Studi Germanici. Questi ultimi due, nella concezione della cultura di Gentile, dovevano contribuire ad ampliare gli orizzonti della conoscenza oltre i confini nazionali per sprovincializzare la cultura italiana. La seconda sala si concentra su altre due istituzioni culturali che ebbero un forte legame con Gentile: la Scuola Normale Superiore di Pisa, che lo ospitò prima come allievo e poi come direttore, e l’Accademia Nazionale dei Lincei. Anche in questo ambiente, ampio spazio viene dato alla complessa Riforma Gentile ideata ed emanata con una serie di Regi Decreti nel 1923, che diede vita ad una scuola selettiva e gerarchica, nutrita di tradizioni storiche e di studi umanistici. Non mancano inoltre approfondimenti sull’Istituto Nazionale Fascista di Cultura e sulla morte del filosofo, avvenuta il 15 aprile 1944 per mano di un gruppo di partigiani fiorentini. Al termine del percorso, la terza sala ospita un video immersivo, con immagini dell’epoca, che mira a portare ancora di più il visitatore nella biografia intellettuale e politica di Gentile.

“La difficoltà nel progettare questa mostra – spiega De Pasquale – ha riguardato soprattutto la scelta del tema, poiché Gentile è stato uno dei filosofi italiani più importanti del Novecento, ma sostenne con convinzione anche il fascismo portando la sua scelta alle estreme conseguenze. Si è scelto quindi di presentare in modo laico la vita e l’opera di Gentile ad un vasto pubblico, sottolineando il suo ruolo nell’organizzazione della cultura. Fu infatti l’anima di tante istituzioni che ancora oggi operano nel panorama culturale italiano e la sua mostra vuole proprio evidenziare questa sua influenza sulla vita culturale non solo dell’Italia fascista, ma anche di quella repubblicana”.

“Al di là del contesto dittatoriale in cui si svilupparono tutte le iniziative di Gentile – afferma il coordinatore del Comitato scientifico, Giuseppe Parlato – resta un progetto compiuto di modernizzazione attraverso un nuovo rapporto tra Stato e cultura che ha avuto un notevole influsso sulla società italiana dopo la Nel secondo dopoguerra, in un contesto completamente diverso sul piano politico, resta vivo il concetto dell’intellettuale impegnato nella cultura e nella politica e resta soprattutto l’attenzione dello Stato alla promozione della cultura in tutte le sue forme e discipline”.

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