Liste d’attesa scioccanti. E così i marchigiani rinunciano alle cure. Solo 2 regioni peggiori di noi – .

Liste d’attesa scioccanti. E così i marchigiani rinunciano alle cure. Solo 2 regioni peggiori di noi – .
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ANCONA Nel 2023 quasi 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure nonostante ne avessero bisogno, soprattutto a causa di liste d’attesa fuori controllo. Uno tsunami sanitario che travolge anche le Marche, finite sul podio delle regioni italiane peggiori in questo fenomeno: ci siamo guadagnati la poco onorevole medaglia di bronzo, arrivando terze dopo Sardegna e Lazio. La fotografia allarmante è stata scattata dall’Istat, che nel rapporto BES presentato nei giorni scorsi, sottolinea come in Italia «circa 4,5 milioni di cittadini hanno dovuto rinunciare a visite o controlli per problemi economici, liste di attesa o difficoltà di accesso».

Numeri in crescita

Si parla di circa 372mila cittadini in più rispetto al 2022, un aumento che «è imputabile a conseguenze dirette e indirette dello shock pandemico, come il recupero dei servizi di attesa differiti a causa del Covid o la difficoltà di riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria, tenendo conto tener conto dei vincoli per coprire l’aumento della domanda di servizi con un numero adeguato di risorse professionali”, spiega l’Istat. L’analisi riguarda il mancato accesso a visite mediche (escluse quelle odontoiatriche) o ad esami diagnostici ritenuti necessari: la quota di persone che nel 2023 ha dovuto fare a meno delle cure è stata pari al 7,6% della popolazione, in aumento dal 7% del precedente anno. E le Marche hanno fatto peggio della media nazionale: se nel 2022 si allineavano al 7% registrato in media nel Bel Paese, nel 2023 sfiorano il 10%, attestandosi al 9,7.

Il trend negativo

Una disaffezione verso il sistema sanitario che, secondo l’Istat, è più legata alle liste d’attesa interminabili che alle difficoltà economiche dei pazienti o all’accesso alle strutture. Una Caporetto della sanità pubblica che finisce per favorire il trasferimento verso il privato, dove è possibile ottenere servizi in tempi adeguati. Almeno per chi può permetterseli, il che rischia di rendere la sanità una questione da ricchi. La meritoria decisione del governo nazionale di stanziare fondi ad hoc per il recupero delle liste d’attesa – tradotta in piani operativi da tutte le Regioni, Marche comprese – non sembra sufficiente a invertire una tendenza che ha preso una piega pericolosa.

La cronologia

Il 2020 e il 2021 (il biennio nero del Covid) hanno visto un peggioramento generale a livello nazionale, ma più marcato nella nostra regione rispetto alla media, e il quasi riallineamento che si era profilato nel 2022 si è trasformato in un ritorno al trend negativo nel 2023. Nel problema generale c’è anche una questione di genere: in linea con la distorsione nazionale, anche nelle Marche le donne emergono peggio degli uomini. Nel 2023 hanno rinunciato ai servizi sanitari l’11,6% delle donne marchigiane, contro il 7,8% degli uomini. Quando i cittadini decidono di rinunciare alle cure – che sia per motivi legati ai costi o a tempi di attesa inaccettabili – è comunque una sconfitta per l’intero sistema sanitario, che non sembra proprio riuscire a rimettersi in carreggiata dopo il deragliamento provocato dalla crisi sanitaria. Covid. E a farne le spese – in tutti i sensi – sono le persone, così sfiduciate da smettere di effettuare visite e controlli, con tutto il rispetto per la prevenzione e la salute pubblica. Occorre subito un netto cambio di passo.

Tag: Scioccante attesa liste persone Marche regione dare cure regioni peggio

 
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