Viterbo – Maurizio Errigo, professore di urbanistica all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Delft nei Paesi Bassi: “La città non è assolutamente pronta per diventare la capitale europea della cultura… Togliamocelo dalla testa”
di Daniele Camilli
Viterbo – “La città non è assolutamente pronta per diventare la capitale europea della cultura. Togliamoloci dalla testa. Ho visto la candidatura di Matera, un’altra cosa, un altro pianeta”. Maurizio Errigo è professore di pianificazione urbana presso la facoltà di architettura dell’Università La Sapienza di Roma e professore di urbanistica al Politecnico di Delft nei Paesi Bassi. Fino allo scorso anno è stato anche membro della commissione comunale di pianificazione.
E se ciò non bastasse, “Il centro storico sta morendo – ha aggiunto Errigo -, e se questo accadrà morirà la città”.
Errigo ieri, insieme al professor Alfredo Passeri, anche lui docente universitario, e Angelo Russo, ideatore della Sinfonia d’Archi, hanno parlato al conferenza stampa Dal sogno al decadimento all’Aless don Milani di Palazzo Grandori a Viterbo.
Viterbo-Maurizio Errigo
“Non esiste un piano particolareggiato per il centro storico – ha sottolineato Errigo -. Non solo, ma l’ultima idea urbanistica della città risale al 1956. L’ultimo masterplan è del 1979, di fatto un copia e incolla di quello degli anni ’50. La città dei Papi è al secondo posto tra i piani regolatori più antichi d’Italia. Subito dopo Catania”.
Viterbo – Angelo Russo, Maurizio Errigo e Alfredo Passeri
Un centro storico che, per Errigo, “è caratterizzato da una scarsa manutenzione”. “Una città – ha proseguito il docente universitario – dove spesso ci si esalta per l’effimero, come la manutenzione stradale, senza però riuscire a valorizzare l’immenso patrimonio storico di cui disponiamo. Dovremmo invece investire sulla storia e sul Medioevo, sul termalismo e sul patrimonio UNESCO legato al trasporto della macchina Santa Rosa. Oltre che dalla sua posizione geografica”.
“C’è invece poca consapevolezza del valore storico della città – ha concluso Errigo -, un turismo termale che porta poco o niente alla città e un brand, come quello del riconoscimento UNESCO che inizia e finisce il 3 settembre senza generare eventuali spin-off. Nemmeno un fine settimana. Viterbo potrebbe invece vivere di turismo, sfruttando tutto questo e la sua posizione geografica. Non solo, ma sempre per quanto riguarda i trasporti, potrebbe utilizzare pezzi delle macchine Santa Rosa, attualmente chiuse in un magazzino, collocandole in spazi pubblici. Il tutto con una regolamentazione più agile di quella sull’adozione delle rotatorie che pone troppi oneri sui privati che, pur interessati alla questione, sono costretti a rinunciare”.
Daniele Camilli
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19 aprile 2024
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