il Tribunale di Trapani assolve le ONG / I fatti / La difesa del popolo – .

Cade la maxi-indagine avviata dalla Procura di Trapani nel 2016. Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Trapani, infatti, ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di tutti gli imputati e ha archiviato definitivamente la causa decretandola infondata. delle accuse e spazzando via ogni sospetto di collaborazione con i trafficanti da parte delle organizzazioni umanitarie coinvolte nei soccorsi in mare.

L’indagine ha coinvolto diverse ONG, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF). Organizzazione che, subito dopo la decisione dei giudici, ha affermato: “Dopo sette anni di false accuse, slogan diffamatori e una palese campagna di criminalizzazione delle organizzazioni coinvolte nel salvataggio in mare, la maxi-indagine avviata dalla Procura di Trapani in autunno cadute del 2016, la prima della triste stagione della propaganda che ha trasformato i soccorritori in ‘taxi del mare’ e ‘amici dei trafficanti’”.

L’indagine, continua MSF, che ha coinvolto le Ong con “l’accusa inammissibile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha visto un mastodontico sistema accusatorio basato su accuse, intercettazioni telefoniche, false testimonianze e un’interpretazione volutamente distorta dei meccanismi di salvataggio per presentarli come atti criminali. Ma dopo un’approfondita udienza preliminare durata due anni e dopo che la stessa Procura che aveva aperto l’inchiesta aveva chiesto di non procedere, il giudice ha archiviato definitivamente il caso, decretando che le accuse erano infondate e spazzando via ogni sospetto di collaborazione. con i trafficanti”.

“Il castello di accuse infondate che per oltre sette anni hanno deliberatamente offuscato il lavoro e la credibilità delle navi umanitarie per allontanarle dal Mediterraneo e fermare le loro azioni di salvataggio e denuncia sta crollando – dichiara Christos Christou, presidente internazionale di MSF -. Ma gli attacchi alla solidarietà continuano attraverso una serie di altre azioni: decreti restrittivi, fermo di navi civili, sostegno alla guardia costiera libica che ostacola pericolosamente i soccorsi e alimenta sofferenze e violazioni, mentre le morti in mare continuano ad aumentare”.

Lo dice l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali sono almeno 63 i procedimenti legali o amministrativi avviati da stati europei contro organizzazioni coinvolte in mare (dati giugno 2023).
Nell’ultimo anno, le autorità italiane hanno emesso 21 fermi amministrativi contro navi umanitarie, impedendone l’azione di salvataggio per un totale di 460 giorni. La MSF Geo Barents è appena salpata dopo 20 giorni di detenzione, “con l’ipocrita accusa di aver messo in pericolo la vita di persone, dopo che una motovedetta libica aveva violentemente interrotto un salvataggio già iniziato. Inoltre, alle navi civili vengono ora assegnati porti lontani per sbarcare i sopravvissuti, per tenerli lontani dall’area di salvataggio”.

“Tutto ciò – continua MSF -, insieme alle ciniche politiche di esternalizzazione delle frontiere avviate dalle autorità italiane ed europee, ha delegittimato il principio di salvataggio e l’idea stessa di solidarietà, cancellato l’imperativo umanitario nella logica della difesa delle frontiere, e drasticamente ridotta la possibilità di salvataggio. Le conseguenze sono mortali: il 2023 è stato l’anno con il maggior numero di morti in mare da quando sono state mosse le accuse”.

Negli ultimi anni, tutti i governi che si sono succeduti hanno investito enormi risorse nel boicottaggio delle azioni umanitarie e nelle politiche sulla morte, ma non hanno fatto nulla per fermare i naufragi e fornire rotte legali e sicure a chi fugge attraverso il Mediterraneo. dichiara Tommaso Fabbri, capo missione di MSF all’epoca dei fatti, coinvolto nel caso -. Salvare vite umane non è un crimine, è un obbligo morale e legale, un atto fondamentale di umanità che semplicemente deve essere compiuto. Basta criminalizzare la solidarietà! Tutti gli sforzi devono essere volti a fermare le morti e le sofferenze inaccettabili e a garantire il diritto al salvataggio, riportando l’umanità e il diritto alla vita nel nostro mare”..

MSF è un’organizzazione medico-umanitaria internazionale indipendente che fornisce assistenza alle persone colpite da guerre, epidemie, disastri naturali e situazioni di crisi in oltre 70 paesi, compresa l’Italia. Ha iniziato le operazioni di salvataggio in mare nel 2015 per colmare il vuoto lasciato dalla chiusura del Mare Nostrum e con otto navi ha contribuito al salvataggio di oltre 92.000 persone senza mai interrompere le proprie attività. Le équipe di MSF sono ancora impegnate nelle operazioni di salvataggio con la nave Geo Barents.

“Il nostro pensiero va ai colleghi di MSF e delle altre organizzazioni che hanno vissuto sotto il peso delle accuse per aver svolto legittimamente il loro lavoro: soccorrere persone in pericolo, in piena trasparenza e nel rispetto della legge – conclude Monica Minardi, presidente di MSsf in Italia -. I nostri operatori non hanno mai smesso di operare negli interventi di MSF in tutto il mondo, proprio come le nostre navi non hanno mai smesso di salvare vite umane in mare. Questa è stata la nostra migliore risposta a tutte le accuse”..

Save the Children: “Riconosciuta la verità sull’impegno umanitario”

“Questa decisione, che arriva al termine di un caso giudiziario durato quasi sette anni, riconosce la verità sul nostro lavoro e sul nostro impegno umanitario per salvare vite umane in mare”ha dichiarato Daniela Fatarella, direttore generale di Save the Childrencommentando la decisione del giudice.
“Save the Children – prosegue – è sempre stata fiduciosa nella positiva conclusione di questa vicenda, nella piena consapevolezza che i membri dell’Organizzazione hanno sempre operato legalmente, per salvare vite umane in mare, rispondendo al loro mandato umanitario e con la obiettivo primario di tutelare i soggetti vulnerabili, quali i minori non accompagnati e le donne potenzialmente vittime di tratta e sfruttamento”.

L’esito di questa udienza preliminare arriva dopo anni, durante i quali Save the Children ha continuato a confidare nell’operato della magistratura, rendendosi disponibile a fornire ogni elemento utile alla ricostruzione dei fatti, affinché la verità potrebbe emergere. Allo stesso tempo, l’Organizzazione ha rafforzato il proprio impegno sul territorio italiano nell’accoglienza e nell’inclusione dei minori migranti. Gli avvocati dell’organizzazione, l’avvocato. Jean Paule Castagno e l’avvocato. Andrea Alfonso Stigliano dello Studio Orrick di Milano, hanno svolto un’attività difensiva propositiva e meticolosa, evidenziando una serie di elementi decisivi affinché la stessa Procura potrebbe rivalutare la propria posizione, tanto da richiedere essa stessa una sentenza di non luogo a procedere.
L’attività di Save the Children si svolge da sempre nel pieno rispetto della normativa italiana, in accordo con l’IMRCC, attraverso il continuo supporto e coordinamento con tutti gli attori istituzionali coinvolti, le prefetture territoriali e le autorità di polizia presenti nei porti di sbarco e in continuità con le molteplici attività svolte dall’Ente a tutela dei diritti dei minori migranti, anche in collaborazione e supporto con le Autorità, dal 2008.

“Negli anni in cui era attiva la missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, 2016 e 2017, Save the Children ha salvato quasi 10.000 persone che rischiavano di annegare in mare. Tra loro c’erano circa 1.500 bambini, molti dei quali sono stati separati dalle loro famiglie, che abbiamo tenuto al sicuro e protetto finché non hanno raggiunto un porto sicuro. Siamo estremamente orgogliosi di tutto questo. Siamo molto soddisfatti dell’esito dell’udienza preliminare e ringraziamo tutti i nostri sostenitori che, anche in questi anni, hanno continuato a credere nei valori della nostra Organizzazione”, ha concluso Daniela Fatarella.
“Nel corso dell’udienza è stato possibile illustrare e portare all’attenzione del Giudice tutti gli elementi che smentivano categoricamente ogni accusa, come chiarito dalla richiesta di non luogo a procedere formulata dai Pubblici Ministeri. È inoltre emersa l’encomiabile professionalità e dedizione con cui tutto il personale dell’Organizzazione, ed in particolare il team leader responsabile della missione, ha operato per tutta la durata della missione”, ha dichiarato l’avvocato. Jean-Paule Castagno.

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