Giugliano, esempio di programmazione e top player dell’Amodio. Alessandria, una storia senza lieto fine dal finale scontato – .

L’editoriale di oggi che si apre con un focus su Giugliano. Spesso, quando si parla di girone C, ci si concentra su realtà importanti come Avellino e Benevento, sulle celebri Foggia e Catania, sulla capolista Juve Stabia che ha sconfitto la concorrenza, su quel Taranto che suscita simpatia a livello nazionale grazie alla sua presenza in panchina di Capuano. Oggi, però, crediamo sia giusto puntare su Giugliano e regalare una standing ovation ad un club che, a fari spenti e con i giusti investimenti, ha realizzato il sogno della qualificazione ai playoff. Già l’anno scorso, a dire il vero, la squadra campana era ad un passo dai play-off promozione, persi solo per una questione legata alla classifica separata. Questa volta i fan avranno l’opportunità di godersi una post season che si preannuncia molto interessante. Un applauso al presidente, ai suoi collaboratori e al direttore sportivo Antonio Amodio che si conferma uno straordinario scopritore di talenti e un professionista capace di lavorare con prospettiva futura per garantire bilanci positivi e risultati sportivi convincenti. Al punto che le ottime partenze non hanno portato ad un calo di prestazione. E poi l’intuizione di Bertotto per l’incarico di Di Napoli, un allenatore arrivato nello scetticismo generale dopo un periodo di inattività e che invece ha costituito un valore aggiunto fondamentale. La sensazione è che, comunque vada a finire, ci siano le condizioni per avviare un ciclo che farà sognare i tifosi. Quella che, nel derby casalingo contro l’Avellino, ha dimostrato di poter essere determinante. Molti, tuttavia, meritano di essere elogiati pubblicamente. Della famiglia Mazzamauro abbiamo detto in tempi non sospetti: sinonimo di garanzia, serietà e attaccamento. Perché investire in tempi di crisi è sempre un atto coraggioso e non scontato. Oggi si aggiungono al nutrito elenco il direttore generale Ciro Sarno, il direttore dell’area manageriale Andrea Giannarelli e il responsabile dell’area comunicazione Francesco Falzerano. Perché se è vero che a scendere in campo sono i giocatori, è altrettanto vero che i risultati sono condizionati da tanti fattori.

Focus poi sul derby tra Avellino e Benevento, con i giallorossi che confermano di vivere una fase di leggero calo coincisa con la fuga definitiva della Juve Stabia verso la Serie B diretta. I lupi, invece, restano aggrappati al secondo posto. per vivere gli spareggi playoff con l’etichetta di super favoriti. Lo staff, del resto, è di prim’ordine, Pazienza sta facendo pienamente il suo dovere e persone come Sgarbi hanno già meritato l’attenzione di club di categoria superiore. Come per gli altri gironi, quella della retrocessione dell’Alessandria è una storia nota che, purtroppo, si chiude con l’epilogo più evidente. Qualche anno fa i grigi giocavano in Serie B in uno stadio ribollente di tifo ed entusiasmo, oggi diciamo addio al professionismo soprattutto a causa di quei problemi societari-dirigenti che hanno tanto condizionato l’andamento di una squadra largamente incompleta e con pochissimi elementi. di personalità capace di isolare lo spogliatoio dal caos esterno. Suicidio sportivo, invece, per l’Olbia. Una bella realtà del calcio sardo che, pur avendo nel motore un Ragatzu in più, non ha saputo fiutare in anticipo il pericolo. Il club, però, ha preso atto della situazione, promettendo permanenza e programmando di provare a rientrare presto in Lega Pro. A Brindisi, invece, un’altra prova di lealtà e dignità sportiva. La terza vittoria consecutiva aumenta il rammarico per quello che poteva essere e non è stato, che tutto questo sia di esempio per chi, a tutti i livelli, tira i remi in barca a fine stagione, suscitando il malcontento di milioni di persone. dei tifosi.

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