una corsa per salvare l’estate. E Palermo adesso vieta di annaffiare le piante – .

una corsa per salvare l’estate. E Palermo adesso vieta di annaffiare le piante – .
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DiAndrea Fiori

Il problema della siccità sull’isola è grave. All’inizio di aprile la giunta ha dichiarato lo stato di emergenza per evitare disordini. Il presidente regionale di Federalberghi: «È impensabile dire ai turisti di non fare la doccia». Il governatore: “Non ci saranno rischi per i turisti”. Le previsioni e i dati

C’era una volta la pioggia e ora non c’è più: In Sicilia non piove da tanto, tanto tempo. La situazione sta diventando così critica che a Palermo – più di 600mila abitanti – la polizia stradale multerà i cittadini che utilizzano l’acqua per annaffiare le piante, lavare le auto o pulire i cortili in conseguenza di un’ordinanza del sindaco Roberto Lagalla per fronteggiare l’emergenza.

Registrato il periodo ottobre 2023 – marzo 2024 la siccità più grave dal 1980 e la seconda metà dello scorso anno (luglio-dicembre) ha visto la media regionale delle precipitazioni più bassa dal 1977, con circa 150 millimetri di pioggia: nel 2022 sono stati più di 350, nel 2021 addirittura più di 600. «I dati ci dicono che dire che c’è un forte deficit pluviometrico in tutta la Sicilia da otto mesi”, spiega Ramona Magno, coordinatrice scientifica dell’Osservatorio siccità del CNR, “ma un altro fattore che rende ancora più critica questa siccità è che è iniziata in autunno, quando le piogge dovrebbero riprendere dopo la stagione estiva». «Le siccità degli ultimi anni – prosegue Magno – lo sono sempre più lungo e sempre più intenso a causa di una molteplicità di fattori antropici e legati anche ai cambiamenti climatici, come l’aumento delle temperature e la desertificazione”.

Emergenza «alta».

Una situazione preoccupante per una regione con più di 4,5 milioni di abitanti e che lo scorso anno è stata la meta scelta da più di 16 milioni di turisti. «Le risorse idriche hanno raggiunto i minimi storici degli ultimi vent’anni e gli invasi siciliani sono vuoti al 75%, contenenti 178 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capacità massima di 708″ dichiara Leonardo Santoro, presidente dell’Osservatorio distrettuale permanente sugli usi dell’acqua. «In Sicilia non piove in modo significativo da quasi un anno e da quasi quattro siamo sotto la media — continua Santoro —. Le risorse idriche hanno raggiunto i minimi storici negli ultimi vent’anni”. Ed è stato proprio l’Osservatorio regionale a sancire il passaggio dall’ crisi idrica «nella media» in questo senso “alto”portando la Regione ad attuare una serie di contromisure: riattivazione dei pozzi esistenti e ricerca di nuovi, sistemazione delle condotte di collegamento tra gli invasi, piani di razionamento dell’acqua potabile e campagne di sensibilizzazione al risparmio idrico.

Lo ha dichiarato la Giunta guidata da Renato Schifani stato di crisi ed emergenza nel settore agricolo e zootecnico nonché nel settore potabile e nei primi giorni di aprile ha chiesto al Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Se il governo presieduto da Giorgia Meloni dovesse concedere questo status, la Regione potrebbe attuarlo misure straordinarie: «Utilizzare i dissalatori e riattivare i dissalatori esistenti (operazione che richiederà 1 o 2 anni, ed), realizzare interventi immediati per lo scavo di nuovi pozzi e crearne di nuovi” spiega Santoro che, insieme a Dario Cartabellotta, ex direttore generale dell’Assessorato all’Agricoltura, è anche uno dei due commissari straordinari nominati dalla Regione per individuare e attuare le misure necessarie per superare questa crisi. Il costo di questa operazione? Nel breve termine 130 milioni di euro, 590 nel medio termine. «La siccità in Sicilia sta diventando drammatica – ha dichiarato il presidente Schifani -. Abbiamo messo in atto una serie di azioni per mitigare la crisi, ma sono necessari anche interventi urgenti dello Stato”.

Acqua razionata

Dal 1° marzo, invece, per 1 milione di siciliani l’acqua è razionata: in più di 150 comuni la prestazione è stata ridotta dal 10 al 45%. Una situazione che può destare non poche preoccupazioni in vista della stagione estiva. «La situazione è particolarmente critica nella zona centrale dell’isola», spiega Salvatore Cocina, direttore generale della Protezione Civile della Sicilia. «La zona è alimentata da due laghi artificiali che a causa della siccità hanno un livello molto basso – prosegue -. È stato applicato un piano di razionamento che ci permetterà di arrivare fino a settembre, ma a titolo precauzionale si può temere una significativa crisi dell’acqua potabile in questi comuni». Il presidente dell’Osservatorio regionale Santoro resta però ottimista e afferma: «Crediamo che queste misure, insieme a un uso razionale dell’acqua, potranno garantire a tutta la Sicilia di superare l’estate in sicurezza».

Anche le dimissioni di molti amministratori fanno capire che la situazione è grave. Franco Micciché, sindaco di Agrigento, ad esempio, qualche settimana fa durante l’assemblea dei sindaci dell’Aica (l’azienda idrica dei comuni di Agrigento), convocati d’urgenza per discutere della situazione, si era detto «pronti a restituire il titolo di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025” se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica». Una preoccupazione, quella del Primo Cittadino, che viene aggravata proprio dall’imminente stagione estiva: «È normale che d’estate in Sicilia faccia molto caldo e piova poco – spiega Mattia Gussoni, meteorologo del il tempo —. Le previsioni per i prossimi mesi vedono il sorgere di un anticiclone subtropicale che porterà stabilità alla Sicilia e temperature sopra la media». Una condizione che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione di crisi in cui si trova la Regione e, più in generale, il Mezzogiorno.

«Evitiamo gli allarmismi»

Domenico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia, è però fiducioso nell’intervento del governo: «Se il cambiamento climatico da un lato hanno prolungato la stagione turisticadall’altro causano temperature elevate e mancanza di pioggia. Confidiamo che il governo nazionale, responsabilmente, voglia sostenere soluzioni efficaci e durature”. «L’ipotesi di una mancata risposta da parte del Consiglio dei ministri c’è mentalmente inaccettabile». «Forse avremmo dovuto pensarci prima – conclude Torrisi – ma una terra come la nostra, che vive finalmente anche di turismo (nel 2023 si sono registrate 16 milioni 462mila presenze totali, con un incremento del +10,8% rispetto al 2022, ed), sono sicuro che sarà aiutata. Anche perché dire ai clienti che non possono fare la doccia sarebbe scioccante». «Evitiamo gli allarmismi» ha dichiarato il presidente Schifani «la situazione è diventata un po’ critica ma vorrei rassicurare i turisti che non ci sono rischi”.

L’estate è alle porte e le contromisure sono state attivate. Ma se per il settore agricolo sembra che si possa fare poco e serviranno sgravi fiscali e aiuti economici, per il settore del turismo, albergatori e visitatori sperano che le iniziative – e il tempo – siano sufficienti.

23 aprile 2024

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Tag: Sicilia non ha piovuto anno gara salva estate Palermo vieta regala piante acqua

 
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