La nuova Bottega Botlé con servizio automatico a Bologna – .

Poche e selezionate, le aperture a Bologna in deroga al decreto UNESCO che dal 2019 esamina le attività commerciali del centro storico. Niente supermercati, compro oro e internet point, per evitare il cuore medievale Bologna essere affollato di segni mortificanti. Banditi anche i nuovi ristoranti e bar, a meno che la loro attività non si dimostri non solo coerente, ma porti valore in un contesto delicato. Perché sono proprio i portici di Bologna – ricordiamolo – ad essere inseriti dal 2021 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Abbiamo raccontato dell’apertura del primo Starbucks Petroniano in una location affascinante, del primo negozio al dettaglio di un marchio di punta emiliano come Amarena Fabbri, e ora è il turno di Negozio Botlésta per aprire in via Marsala, nel Quadrilatero, il 24 aprile 2024. Un negozio che non si discosta dalla tradizione in fatto di prodotti, ma lo fa invece sul tema della gestione e della comunicazione: (quasi) completamente automatizzato.

Gaetano Lanza, fondatore della nuova Bottega Botlé

L’idea di questo negozio evoluto è Gaetano Lanza. Nato e cresciuto a Bologna, si è affermato nel mondo dell’imprenditoria, in diversi settori. Ha avviato la sua prima attività a 22 anni, per poi specializzarsi in Programmazione Neuro-Linguistica e dedicarsi alla formazione di altri giovani imprenditori. Ma oltre al settore immobiliare si è occupato anche del settore della ristorazione e per il progetto Bottega Botlé ha riunito un gruppo di investitori italiani. Queste esperienze lo hanno portato a ripensare il rapporto tra consumatori e prodotti, “affinché i clienti non solo apprezzino ciò che assaggiano, ma ne comprendano la storia, le origini e le caratteristiche uniche”. Responsabilità del gastronomo, del macellaio o del sommelier dietro il bancone o accanto allo scaffale? Per il suo ‘degustazione informata‘, Lanza pensò ad altro.

L’idea di Bottega Botlé: gastronomia tipica e vino, con il supporto della tecnologia

Il principio è, in realtà, quello di negozi d’altri tempidove non c’erano scrupoli nel chiedere al gestore ed eventualmente assaggiare le referenze, prima di sceglierli e portarli a casa. Una bottega sviluppatasi a lungo tra scaffali affollati di bottiglie, un bancone gastronomico e un laboratorio con pastai all’opera, dipinto – non a caso – nel colore mattone che caratterizza ‘quello rosso’. All’interno, però, sono presenti particolari dispenser automatici con selezioni di etichette per la degustazione (automatizzati), e un discreto numero di tablet e dispositivi digitali, liberamente consultabili con le informazioni su ciascun prodotto.

Ciò che l’esperienza Casa Botlé aggiunge rispetto ai laboratori tradizionali è proprio questo Software di revisione, pensati appositamente e in sinergia per accompagnare la degustazione con contenuti multimediali. Non viene trascurato il ‘fattore umano’, con il sommelier Claudio Pintore ed i gastronomi a disposizione per consigli e chiarimenti. Inoltre, un programma di degustazioni con presentazioni in italiano e anche in altre lingue, “in un luogo di Bologna che parla di Bologna”.

Pasta sfoglia fresca della Bottega Botlé

Cosa puoi degustare e acquistare da Bottega Botlé

L’attività della nuova Bottega Botlé si divide tra zona vinicola, zona alimentare e, appunto, laboratorio di pasta fresca ‘dal vivo’. Nella prima parte quattro distributori automatici per il servizio autonomo del vino con bicchieri in dotazione. Prevalentemente referenze emiliano-romagnole, ma focus anche sulle referenze nazionali (149 etichette in totale, di cui 20 degustabili alla macchina, a rotazione). Dal bancone, selezioni ponderate da Food Valley emiliana, aderendo alla De.Co. circuito (denominazione comunale) di Bologna e l’Associazione Salumieri.

Insieme a collaborazioni ‘strategiche’ con produttori cittadini, come la Salumeria Simoni, il prosciuttificio di Montevecchio, il caseificio 993 per il Parmigiano e i caseifici Antica Cascina, Olmi e Comellini per i formaggi da taglio. Poi il forno Brisa (qui la storia dell’azienda) per pane e mezzelune, nonché l’acetaia San Giacomo per gli aceti balsamici (qui, invece, i progetti collaterali del titolare Bezzecchi su bibite e bevande alternative al vino, sempre a base di aceto).

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