La Resistenza in Molise, ieri e oggi, per una società più libera e giusta – .

La Resistenza in Molise, ieri e oggi, per una società più libera e giusta – .
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(PressMoliLaz) termoli (CB), 25 apr 24 Anche in Molise si rinnovano le iniziative da Termoli a Monte Marrone per ricordare i luoghi, i partigiani e i martiri della Resistenza antifascista.
Per delegittimare la Resistenza, i suoi nemici affermano che “la storia la scrivono i vincitori”; alla fine sono i cosiddetti “vinti” a riscriverlo, cioè gli eredi di Salò.
Fino al grottesco paragone con i carnefici nazifascisti della parte comunista della Resistenza, falsa immagine diffusa anche con i film-spazzatura della Rai sempre sui fatti dei “confini orientali” (base propagandistica sostanzialmente identica a quella di Salò veterani) e Porta a Porta di Vespa che spacciava per atti partigiani le foto dei crimini fascisti contro la popolazione slava.
In realtà la storia, infatti, non la scrivono né i vincitori né i vinti, ma una ricerca storica seria e qualificata, documentata.
A quelle mistificazioni volgari e ridicole, ad esempio, si contrappone la storia di Giaime Pintor, il partigiano comunista caduto il 1° dicembre 1943 a soli 24 anni ai piedi del Monte Marrone a Castelnuovo Al Volturno.
Una giovane vita spezzata per liberare l’Italia dall’oppressione nazista e dai loro vili servitori fascisti; una promessa di talento letterario che stava vivendo la sua evoluzione verso il marxismo e la prospettiva socialista intesa come lotta per una società più libera e giusta.
Esattamente l’opposto dell’oppressione capitalista, sia nella sua versione “liberale” che in quella fascista. Altro che “equalizzazione”…
E infatti, proprio di fronte alla celebrazione del 25 aprile sulla lapide di Pintor a Castelnuovo, rinnoviamo la “questione collettiva”: come si sarebbe posizionato Pintor di fronte ai fatti futuri sussunti nella conclusione di Calamandrei riguardo alla nuova Costituzione dell’ 48 come “promessa di una rivoluzione tradita”?
Di fronte alla continuità, nella repubblica “democratica”, del dominio di classe di quegli stessi capitalisti, banchieri e proprietari terrieri che avevano sostenuto il regime criminale di Mussolini?
Di fronte ai crimini e al tradimento controrivoluzionario dello stalinismo, perpetrati contro il socialismo e quindi, attraverso la direzione togliattiana del PCI, anche verso le aspirazioni più emancipate della stessa Resistenza italiana? In effetti, fu l’eroismo dell’Armata Rossa a sconfiggere i nazisti, non grazie a Stalin, ma piuttosto nonostante Stalin e la sua cricca di regime avessero agito in modo opposto per i propri interessi divisivi, fino a un minuto prima dell’invasione.
Giaime, infatti, nella lettera indirizzata al fratello Luigi prima di cadere, scrive di aver disertato l’esercito di Badoglio, denunciandone la continuità con l’antico regime, e di assumere la resistenza partigiana e le sue prospettive più emancipate come una reale alternativa al fascismo e al potere dominante. classi che avevano sostenuto per schiacciare le classi sfruttate.
Proprio quelle parole di Pintor ci ricordano, quindi, che la Resistenza continua.
L’attuale governo postfascista, il più reazionario dalla nascita della Repubblica, sta minando le condizioni sociali e di vita delle masse, i diritti democratici elementari, civili e delle donne, intensificando la violenza della polizia contro gli studenti.
Solo la rinascita di un movimento operaio forte e unitario, unito al movimento studentesco, sulla base dell’antifascismo anticapitalista, potrà liberarci definitivamente dalla dittatura di una minoranza di capitalisti e sfruttatori e dei loro partiti, anche sradicando ogni possibilità alla radice. ai rigurgiti neofascisti.
Il sacrificio di Pintor e delle migliaia di partigiani ci ha lasciato proprio questa eredità, per aprire la strada verso una società governata dai lavoratori, più libera e più giusta, verso il vero socialismo. Questo era il cuore della Resistenza.
Il 24 aprile 2020 abbiamo inoltrato richiesta al comune di Isernia per intitolare l’attuale via Giovanni Berta al partigiano Pintor (nome utilizzato per glorificare le squadre criminali fasciste degli anni ’20 e quindi abolito in tutta Italia, tranne che ad Isernia). Esortiamo a una risposta.
Senza memoria, senza conoscenza della storia, spesso ricadiamo negli errori del passato, comprendiamo molto meno il presente e rischiamo un futuro peggiore.

 
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