troppi detenuti in celle fatiscenti – Pescara – .

PESCARA. «A Pescara e Chieti abbiamo un tasso di sovraffollamento carcerario superiore alla media nazionale: siamo nell’ordine del 170% contro il 125% nazionale. Lo afferma Sergio D’Elia, segretario dell’associazione Nessuno tocchi Caino. Ieri, con i rappresentanti delle camere penali delle due città, ha visitato i due istituti penali. «In carceri così affollate», prosegue D’Elia, «non è nemmeno possibile assicurare quei beni fondamentali: qui non si parla solo di luoghi di privazione della libertà, ma di tutto, della salute, della vita».
Una situazione estremamente preoccupante che è stata affrontata in un incontro a cui hanno partecipato i presidenti delle camere penali di Pescara, Massimo Galassoe di Chieti, Italo Colaneriinsieme al magistrato di sorveglianza di Pescara, Marta D’Eramoe al rappresentante delle Camere penali nazionali, Gianluca Totani (con l’intervento di Germano D’Aurelio, alias ‘Nduccio, che da anni si occupa della questione dei detenuti). I dati di Pescara sono stati definiti terribili. Due gruppi hanno visitato San Donato e sono riusciti a visitare solo una parte del carcere. “Molti prigionieri”, ha spiegato l’avvocato Alessandra Michetti, deputato della Camera penale di Pescara, “lamentava l’ozio quotidiano, preoccupato per quello che dovranno affrontare una volta usciti dal carcere”. Un problema di reinserimento molto evidente e preoccupante. Il gruppo ha visitato anche alcune celle “sottodimensionate rispetto al numero dei detenuti, dove non c’è nemmeno uno sgabello a testa per mangiare”. E poi la gravissima situazione igienico-sanitaria registrata in cucina “che dovrebbe essere letteralmente chiusa”.
A Pescara, ad oggi, i detenuti sono 401 a fronte di una capienza normativa massima di 276. I detenuti dipendenti da sostanze (droghe e alcol) sono 140, di cui 12 con doppia diagnosi, cioè anche con problemi psichiatrici. Ma quest’ultimo è un altro aspetto molto serio di San Donato. «Il fatto», aggiunge D’Elia, «è che le sezioni sono piene di detenuti psichiatrici: a Pescara ce ne sono attualmente 80. Quindi il carcere oggi non è solo luogo di privazione della libertà, ma anche della salute fisica e mentale e di stessa vita (33 suicidi da inizio anno ed). Le carceri sono ormai stazioni terminali per malati terminali e sono l’alternativa a quanto non si è trovato dopo l’abolizione dei manicomi e degli ospedali psichiatrici giudiziari”.
Una situazione esplosiva dunque quella registrata nelle visite di ieri, dove la polizia penitenziaria (sono previsti 163 agenti per una popolazione carceraria regolamentare mentre, nonostante il sovraffollamento, sono poco più di 100 in forza), lodata anche dagli stessi detenuti, costretti a fare molto di più dei loro compiti: anche da assistenti sociali, infermieri, psicologi. I presidenti Galasso, Colaneri e Totani hanno parlato dei possibili rimedi, evidenziando le molteplici criticità delle strutture carcerarie: «L’unica soluzione per superare questa emergenza», hanno ripetuto, «viene dall’amnistia e dall’indulto che sono strumenti previsti anche dalla stessa Costituzione». . E poi l’invito, rivolto anche alla Commissione Giustizia, a cominciare a ripensare l’intero sistema carcerario, anche con la creazione di osservatori specifici anche per i minorenni.

 
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