campo ampio anche se perdiamo. Sette ex amministratori dem pronti per una coalizione civica alternativa – .

Quello che non si capisce, ma lo capirebbe anche un bambino, è che le elezioni comunali di Aversa rischiano di trasformarsi in un crocevia di morte per il Pd. La scelta di far cadere dall’alto il nome del candidato sindaco, senza un reale confronto con gli esponenti dem locali, anzi in opposizione a chi realmente rappresenta il Pd in ​​città, avrà un duplice esito, facilmente prevedibile: da un lato Da un lato distruggerà il partito, dall’altro indebolirà molto l’aspirante sindaco del centrosinistra. A scanso di equivoci, usciamo subito dai confini del personalismo. Mauro Baldascino non è in discussione. È un nome autorevole nella società civile. Nessun problema. Ma in politica anche la scelta degli uomini migliori deve essere accompagnata da una piena condivisione, da un percorso unitario, da un’idea comune di progetto credibile e vincente. È la democrazia, tesoro! E in un partito che si definisce democratico, il dibattito interno non è facoltativo. È un dovere. Si chiama coerenza. Senza rispettare questo presupposto di base i Democratici imploderanno. Il crollo del Partito Democratico è dietro l’angolo. Ed è un delitto perché, nonostante gli alti e bassi e le solite diatribe interne, i democratici aversani sono una comunità politica integrata nel tessuto connettivo della società. Hanno saputo, tra tante difficoltà, far crescere una classe dirigente di 30-40enni spinti da passione e impegno. A sostegno dei più giovani ci sono iscritti e militanti storici. Quelli che considerano come figliocci i neo-assunti che hanno maturato esperienza negli ultimi 10-15 anni. Che senso ha una conventio ad Excludendum contro sette amministratori comunali uscenti? Piaccia o no, Marco Villano, Elena Caterino, Marco Girone, Pasquale Fiorenzano, Erika Alma, Vincenzo Angelino e Maria Vittoria D’Alterio sono il cuore del circolo Pd. Hanno il diritto di partecipare all’identificazione del leader del centrosinistra? Apparentemente no. È quanto emerso nell’incontro di ieri sera, via Zoom, con Eugenio Marino e Susanna Camusso, rispettivamente commissari comunali e provinciali del partito. I sette ex amministratori hanno posto due questioni politiche centrali: la mancanza di accordo sul nome di Baldascino e lo scarso valore aggiunto del candidato sindaco. Non solo. Ha stupito la linea politica di Marino che non ha mai puntato alla leadership indossando la casacca dem. I nomi non sono mancati. E anche loro avevano finito. Ma il questore non li ha mai presi sul serio in considerazione. Da qui il dubbio: Marino è il leader del Pd o il leader del centrosinistra? L’intervento di Camusso è stato agghiacciante. Il senatore avrebbe detto ad alta voce che la priorità non è vincere le elezioni ma ricostruire il centrosinistra. In linea con i vertici nazionali, ha detto l’ex segretario della Cgil, l’obiettivo numero uno è il campo ampio e il nome di Baldascino mette tutti d’accordo. Peccato che il commissario provinciale abbia dimenticato che a dissentire sono i suoi amici di partito. È come se Villano, Caterino, Girone, Fiorenzano, Alma, Angelino e D’Alterio non facessero parte del Pd. Sette consiglieri uscenti giudicati un fronzolo sgradevole. Stranieri. L’importante è immortalare il campo largo con Pd, M5S, La Politica che Serve, AVS, Centro Democratico e Aversa Progressista in una bella foto di gruppo. Elly Schelin applaudirà. E tutti sono felici e contenti. Poco importa se +Europa, Azione e Italia Viva non fanno parte del centrosinistra. E chissenefrega se dalle urne emerge una clamorosa sconfitta. Gli ex amministratori hanno ribadito il loro “no” a Baldascino. E hanno chiesto al commissario provinciale di dimostrare, candidati alla mano, che la scelta si basa su un progetto reale e non su una facciata. Scaramucce tattiche perché i dati sono presi: Schlein, Misiani e Camusso hanno sacrificato i democratici di Aversa sull’altare del campo largo. Ma Villano, Caterino, Girone, Fiorenzano, Alma, Angelino e D’Alterio non si arrendono: il Pd è casa nostra, se non ci volessero ci caccerebbero. Una battaglia che sembra già persa. Non è escluso, infatti, che possa nascere un progetto civico alternativo in ottica elettorale. Risultato: in pochi mesi sono stati buttati anni di lavoro. Che casino. Ma anche no. C’è chi brinda al campo largo. Anche se è un cimitero.

Mario De Michele

 
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