“Non mandarci più” – .

“Non mandarci più” – .
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Non mandarci più a fare burattini, burattini per il divertimento quattro criminali posseduti che si travestono da studenti per farla franca. A Torino, l’altro giorno, l’ennesimo gesto di un manipolo di “studenti” tra cui 30 militanti di Askatasuna, il centro sociale violento tanto caro al sindaco di Torino. Nient’altro che pacifisti e studenti!

Ma sono i dettagli che fanno capire meglio la gravità di quanto sta accadendo: la raffica di Dipartimento Mobile proprio per questo motivo venne appositamente schierato in una posizione molto distante dal corteo evitare qualsiasi tipo di contatto, per non offendere le suscettibilità degli studenti “poveri”, che di studenti hanno ben poco. Tuttavia, si sono prontamente spostati verso quella barriera e hanno iniziato a provocare e ad attaccare violentemente i poliziotti. Pugni e schiaffi sui caschi, sputi, calci negli stinchi, percosse, spintoni, insulti… Questi sono gli studenti che oggi occupano le nostre scuole, ragazzi a cui evidentemente viene insegnato a non rispettare l’autorità e la legge!

Questo per far capire che lo scontro è stato ricercato dagli stessi studenti, come sempre. Alla faccia di chi ci accusa di uscire di casa con la voglia di condurre di qua e di là. Poi, come si evince anche dalle comunicazioni e istruzioni date al personale di strada, è arrivata anche quest’ordinanza: “Lavorate solo con gli scudi, non usate manganelli”. A parte il fatto che si chiama “mantello” e non manganello, gergo che noi poliziotti delle Unità Mobili non usiamo. Ma allora mi chiedo: a cosa serve il manganello se non a difendersi?

Abbiamo 7 poliziotti feriti sul serio a Torino, abbiamo avuto 16 feriti a Roma sempre tra i bravi “studenti” (tra i quali c’erano anche persone in età pensionabile). Insomma: sta diventando una modalità operativa “usare solo scudi” e di conseguenza ci facciamo male e finiamo in ospedale. E infine mi chiedo: questi funzionari non si vergognano sapendo che abbandonano i propri colleghi in balia di un pugno di criminali? Sanno che limitano la nostra capacità come agenti di polizia di fermare un attacco? Sanno che chi non impedisce la fine di un delitto ne provoca un altro? È troppo facile punire sempre noi poliziotti in prima linea.

I bravi “studenti” che cercano proprio la lotta per un po’ di fama e di gloria hanno vinto la loro battaglia, si divertono, giocano a fare la guerra predicando la pace, mandano i poliziotti in ospedale e tornano a casa liberi e impuniti. E poi politici e collettivi a buon mercato vanno in giro a raccontare bugie sulla violenza della polizia. Non inviarci più. Mandate dei pupazzi in giacca e cravatta con una rosa in mano così l’aspetto e la forma sono assicurati, questo ti interessa! Perché loro, gli studenti bravissimi e pacifisti, escono con l’unico intento di picchiare i poliziotti e divertirsi: senza di noi il gioco finisce.

Ma che razza di Paese è diventato questo? Ecco, più insulti i poliziotti, più possibilità hai di diventare deputato, senatore o eurodeputato in nome di una rivoluzione fatta di ipocrisie e menzogne. E poi la pace… non l’abbiamo mai vista prima predicare la pace picchiando i poliziotti che sono lì per garantire a tutti la libertà costituzionale di esprimere il proprio pensiero. Non quello violento, però! Cercano lo scontro, attaccano i poliziotti che gridano alla pace sulla strada della guerra… più che studenti sembrano soldatini.

Non inviarci più. Mi rivolgo al governo: è inutile esprimere solidarietà a parole se poi arrivano ordina di non usare il “bastone” ma solo lo scudo, un equipaggiamento assolutamente passivo il cui utilizzo provoca inevitabilmente lesioni a chi lo utilizza. Non abbiamo alcun desiderio di pagare altri avvocati, né abbiamo alcun interesse ad andare in ospedale con le ossa rotte. Guarda caso, quando siamo noi a rimanere feriti, il responsabile non viene mai trovato e nessuno paga, ma se siamo noi a difenderci con il manganello, gli stessi aggressori ci chiedono subito soldi e presto diventano vittime e si prendono azione civile.

Altro che il cartellino sul casco: togli anche quello e aumentaci lo stipendio, è l’unico modo per lavorare serenamente senza la preoccupazione mentale di farci molto male e di dover spendere tanti soldi per chi ci odia e farla franca Esso. Avevamo chiesto delle regole di ingaggio e l’Italia ha praticamente disarmato la polizia. Ciò significa ora resa totale a favore dei criminali.
Dallo stato di diritto allo stato di impunità il passo è breve. Ma il rischio è enorme. E in questo momento si legittima la violenza dei violenti e la loro impunità.

Andrea Cecchini, segretario di Italia Celere

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