Il viaggio di Mommo Macrì a Cosenza per “rintracciare” il pentito Mantella – .

COSENZA «Le regole della ‘ndrangheta sono le stesse, rispettate ovunque sia al Sud che al Nord Italia, sia all’estero (…) la ‘ndrangheta è una struttura verticista che fa capo al principale club di San Luca denominato “la mamma”. Il pentito Francesco Oliverio, lo confessa in un interrogatorio del 19 dicembre 2013. Undici anni fa, il verbale fornisce agli inquirenti elementi utili per comprendere come ogni “locale” abbia “una propria autonomia decisionale nel territorio di sua competenza”. Lo stesso collaboratore lo definisce «una sorta di “paradosso”». «Tutte le sedi dipendono dal Delitto di San Luca, ma ciascuna sede è autonoma nel suo territorio», sostiene Oliverio che poi delinea i contorni dell’organizzazione mafiosa. «Dal Delitto di San Luca dipendono i tre quartieri di Reggio Calabria, Jonico e Tirrenico». Ma c’è di più. «Per quanto ne so, in Calabria ci sono altri reati riconosciuti (…) è il Delitto di Cirò, il delitto di Cosenza e il delitto di Vibo Valentia. Il passaggio, inserito nelle motivazioni della sentenza d’appello del processo “Rinascita Scott”, è importante perché rappresenta un’ulteriore voce ritenuta credibile sulla presenza di un reato anche a Cosenza. E l’hinterland bruzio sarà teatro di un episodio, come emerso nella maxi indagine della DDA di Catanzaro, che vede tra i protagonisti anche il pentito Andrea Mantella.

Macrì, Mantella e “Villa Verde”

In questo senso le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono illuminanti Bartolomeo Arena: interrogato il 18 ottobre 2019. «Poi c’erano Antonio Pardea e Mommo (Macrì, ed) erano con lui (Andrea Mantella, ed) Con lui c’era Salvatore «l’americano»… questi qua erano tutti… quelli… tutto il gruppo che eravamo adesso prima era tutto il gruppo Mantella». Il sostituto procuratore della DDA di Catanzaro Antonio De Bernardo prosegue l’interrogatorio e Arena aggiunge: «Mommo Macrì andò in depressione quando Andrea Mantella si lanciò con rammarico, andò anche a vedere se riusciva a rintracciarlo alla Villa… a quella Villa di Cosenza perché Domenico Macrì non ha mai accettato questa cosa. Perché… non l’ha mai accettato, lo adorava”. “Mommo” Macrì, classe 1984, è considerato un esponente di punta della Pardea Ranisi ‘ndrina. La “Villa” citata da Arena, invece, è “Villa Verde” a Donnici (frazione di Cosenza). Quanto accaduto nella struttura sanitaria è stato fatto luce nel corso di un processo, conclusosi in primo grado davanti al Tribunale di Cosenza con pesanti condanne. Pochi giorni fa la sentenza è stata completamente annullata in appello. (FB)

 
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