Reggio Calabria, filmato di una femmina di squalo bianco che misura oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia – – .

Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva, è tempo di nuotare. E per i più fortunati l’occasione di tuffarsi in mare è più vicina che mai. Ma la paura nascosta di vedere una pinna galleggiare intorno a noi sul bordo dell’acqua a volte riaffiora, va detto, un po’ in tutte le nostre teste. Questa volta è successo davvero nei pressi della costa reggina, più precisamente nelle acque antistanti la zona Pentimele, nella periferia nord di Reggio, il 24 aprile 2024. “Si tratta di uno squalo bianco”, dicono stupiti i pescatori mentre osserva cosa succede davanti alla loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il palombo che volteggia vicino alla barca, forse a causa dell’esca lanciata in acqua, per poi riprendere il volo. Si tratta certamente di uno squalo bianco (Carcharodon carcharias Linnaeus, 1758), e appartiene alla famiglia dei Lamnidae, cioè quelli di grandi dimensioni. Ci sono gli squali bianchi nel Mediterraneo? SÌ. Le informazioni sono limitate, tuttavia è possibile che abitassero questo mare da molto tempo. E, probabilmente, in passato gli esemplari erano molto più numerosi. In realtà, fin dalla notte dei tempi, i fondali dello Stretto di Messina sono abitati da innumerevoli specie acquatiche di rara bellezza che si radunano in queste acque così ricche di nutrienti. Tra questi si trovano anche diversi esemplari di squali, che possiamo considerare specie autoctone dello Stretto, che rappresenta l’habitat ideale per la ricerca del cibo, anche per le specie abituate a vivere a grandi profondità. Eppure sappiamo poco delle popolazioni che vivono in uno dei mari più affollati del mondo: il Mediterraneo. Le informazioni sul numero assoluto effettivo in realtà non esistono. “È impossibile saperlo”, spiega la dottoressa Diana D’Agata, chirurgo veterinario nel Regno Unito. “Potrebbero essere qualche dozzina o qualche centinaio.” Quanto ai pericoli legati a un eventuale incontro ravvicinato, gli squali “spesso scappano” dall’uomo, spiega l’esperto, ma una nostra azione inaspettata può portare “alla loro reazione con un morso”. Nel complesso, il numero totale di attacchi di squali nell’era moderna nel Mediterraneo è decisamente modesto, soprattutto se si considera il volume d’acqua relativamente piccolo e l’enorme numero di persone che lo sfruttano per divertimento o lavoro. Indipendentemente dalle condizioni degli squali in quella zona, quindi, è improbabile che gli esseri umani abbiano molto da temere. Con un rapporto di oltre 100 milioni di squali uccisi dagli umani ogni anno rispetto a quattro umani uccisi dagli squali, sono sempre i primi a subire le conseguenze peggiori. Ma la presenza dell’esemplare più famigerato al largo delle coste italiane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dell’“Ufficio Diritti”, resta un pensiero emozionante anche se, nel complesso, di questa specie sappiamo poco. E le nostre possibilità di incontrarlo probabilmente saranno sempre meno: secondo il parere degli esperti, le popolazioni di questo esigente predatore sono in declino, proprio come quelle di molte altre specie del Mediterraneo. “Questa situazione non riguarda solo gli squali bianchi, ma ci sono prove che suggeriscono che anche molte altre specie di squali hanno subito un notevole declino negli ultimi 50 anni, diventando poco frequenti o rare a causa della pesca eccessiva degli squali o delle loro prede. ” conclude il dottor D’Agata. Per conoscere meglio questa formidabile creatura avremo probabilmente bisogno di più avvistamenti, di più immagini di esemplari appesi per la coda e di più filmati amatoriali di incontri drammatici come quello dei diportisti di Reggio Calabria.

 
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