This Is The End, la mostra a Monza e i suoi artisti: Elena Ketra – .

This Is The End, la mostra a Monza e i suoi artisti: Elena Ketra – .
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Conto alla rovescia per il spettacoloQuesta è la fine” che un gruppo di artisti ha promosso dal basso, trovando, passo dopo passo, una rete di collaborazioni sempre più ampia, tra cui quella di Cittadino che è il media partner del progetto. L’appuntamento è alle Palazzo Reale di Monzanella sala conferenze (accanto al teatro) da 19 maggio e fino al 9 giugnocon inaugurazione sabato 18 alle 16.30.

Il collettivo raccoglie le opere di Elisa Cella, Nicola Evangelisti, Nadia Galbiati, Roberto Ghezzi, Elena Ketra, Camilla Marinoni, Andrea Meregalli, Gabriele Micalizzi, Silvia Serenari, Matteo Suffrittiche hanno istituito a questo scopo l’associazione culturale E come nuova realtà che promuove iniziative artistiche e propone nel titolo, il brano dei Doors presente anche nella colonna sonora di Apocalisse ora di Coppola: quel film è nel suo DNA Cuore di tenebra di Joseph Conrad: due opere, ricordano gli artisti, che “ti fanno rifletterehorror, sulla follia e la psicologia umana. La mostra, infatti, vuole essere un grido proposto dagli artisti, da sempre sensibili alle vibrazioni che il mondo produce e custodi della loro rielaborazione”. L’arte – scrivono – funge da mezzo per connettere le diverse scienze coinvolte, interroga il presente e chiama professionisti e pubblico a una riflessione collettiva per affrontare le sfide del futuro. Ecco i profili degli artisti.

This Is The End, la mostra a Monza e i suoi artisti: chi è Elena Ketra

Artista: Elena Ketra
Tema: autodeterminazione e bellezza

Elena Ketra espone l’opera”Utereyes“, il grembo con gli occhi, che rappresenta la libertà di scelta delle donne, sia del proprio corpo che della propria sessualità.

Elena Ketra (1979) è un’artista visiva italiana che ha sviluppato il suo percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Veneziarivolgendosi al suo ricerche sul corpo e sulle modificazioni artificiali e sperimentare molteplici forme materiali e sistemi mediatici. Assistere Amsterdamdove attraverso mostre e residenze approfondisce i concetti della sua ricerca. Empowerment femminile, inclusione sociale, consapevolezza del senso di sé sono i temi maggiormente affrontati dall’artista.

Elena Ketra

Le sue opere da “Potere femminile“, un tirapugni a dondolo per ragazzine feroci, la serie ”.Specchi seriali“, specchi fetish che riflettono storie di donne assassine fino a “Utereyes”, l’utero dagli occhi che non soffre ma sceglie, sono accomunati da quella chiara indole di ribellione ai ruoli assegnati e agli stereotipi di genere. Nel 2023 ha presentato la performance digitale “Sologamia“, che affronta il fenomeno sociale della sologamia, attraverso la quale per la prima volta tutte le persone possono sposarsi online. Il progetto è stato descritto nella pubblicazione “Sologamia. Storia e significato della sologamia tra arte e vita”, pubblicato da Exibart.

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui presso Museo Madre di Napoli, al MAM di Mantova, at Museo della Slesia a Katowice (PL) e a Cucitura Arte di Amsterdam.
Nel 2022 vince il Premio Exibart nella sezione dedicata alla parità di genere e all’inclusione, è stato finalista del Premio di combattimentodel Premio Exibart (shortlist), è stata selezionata per il Premio Mondadori Arte e nel 2024 è nella shortlist dei finalisti del premio internazionale Arte Laguna con la sua opera-manifesto”Utereyes”. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra cui Fondazione Solares delle Arti e Museo Shibori di Kyoto. Della sua ricerca hanno parlato giornali e riviste nazionali, tra cui Corriere della Sera, La Repubblica, Rai, Radio Deejay, Vanity Fair, Donna Moderna, Grazia, Io Don.
n / a. Quest’anno l’artista è stata invitata dal Centro Europeo di Psicologia Investigativa e Criminologia (Cepic) come docente nel percorso formativo di eccellenza, “Consenso”, finanziato dal Ministero della Giustizia – Dipartimento Affari Giustizia, per affrontare il tema “L’arte come terapia”.

Professionista coinvolta: Yasmin Riyahistorica dell’arte e femminista intersezionale.

 
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