scoperta in Puglia – .

Da più di cinquant’anni non se n’era più traccia, ma ilAnofele Sacharovi, uno dei principali vettori della malaria in Italia, torna a destare qualche preoccupazione tra gli esperti dopo un ritrovamento in Puglia, per la precisione sulle coste salentine tra Lecce e Otranto. La scoperta è stata documentata da uno studio realizzato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, l’Istituto Superiore di Sanità e il servizio veterinario dell’Usl di Lecce.

“Il Sakharovi, che è un portatore storico di malaria in Italia, in particolare nell’area adriatica, sembrava ormai scomparso a causa dell’antropizzazione e anche a causa delle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura”afferma la Dott.ssa Maria Assunta Cafiero dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, come riportato da Repubblica. Ciò nonostante, le ricerche di esemplari nella zona non si sono mai interrotte negli anni per ragioni di prevenzione: “Importante monitorare il territorio”spiega l’esperto “e in particolare abbiamo indagato quella zona perché eravamo convinti che si potesse trovare in qualche zona meno antropizzata, vicino a zone umide”. E così, in effetti, è stato.

Ma perché la ricerca si è concentrata proprio su quell’area? Per capirlo bisogna tornare al 2017, quando quattro immigrati contrassero la malaria nel nostro Paese e furono ricoverati a Taranto. Il precedente ha portato a un’intensificazione delle ricerche nella zona: solo tra il 2022 e il 2023 sono state sottoposte ad analisi 216 zanzare, 91 adulte e 125 immature, raccolte in undici siti diversi lungo la zona costiera a nord di Otranto. L’attenzione dei ricercatori si è concentrata in particolare sulle aree caratterizzate dalla presenza di acqua stagnante, come paludi, bacini di acqua salmastra o laghi naturali, oppure allevamenti di bovini, equini, ovini e avicoli.

Il primo esemplare fu ritrovato alla fine dell’estate del 2022. Da allora, e per tutto l’anno successivo, sono state raccolte 13 larve di Anopheles sacharovi e 7 esemplari adulti in sei diversi siti sulla stessa costa. “L’Italia è libera dalla malaria da molti decenni ma aver trovato un ulteriore vettore storico come Sacharovi è importante”ritiene l’esperto “perché ci permette di capire come rimane questa specie e sottolinea quanto sia importante prestare attenzione e proseguire gli studi che sono stati interrotti, o almeno allentati, da quando la malattia è stata debellata”.

Non siamo in uno stato di massima allerta, ma è fondamentale non abbassare la guardia.“Abbiamo paura anche della malaria”dichiara la professoressa Maria Chironna, direttrice del Laboratorio di Epidemiologia del Policlinico di Bari.

«Finora non ci sono casi accertati, solo importazioni in soggetti provenienti da aree endemicheprendere in considerazione, “ma è ovvio che con i vettori presenti sul territorio non è da escludere che in futuro possano verificarsi casi autoctoni, grazie ai cambiamenti climatici che rendono possibile l’adattamento”.

 
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