LA LEADERSI RITROVA slancio E RIPARTE… » Stadio Ennio Tardini Parma – .

Contro i manzoniani, sugo di tutta la vicenda, è il ritorno al Tardini…

(Luca Savarese) – Un Tardini vestito a festa, contro la sponda lacustre, squadra di fiume, che sa di Serie A.

Ci vuole un quarto d’ora per sbloccare il file. Imballano l’obiettivo “Angelo” Bonny e Adrian Bernabé, inserimento dell’ivoriano, toccano agli spagnoli, che con la specialità della casa, la sinistrafreddo Melgrati.

Il Lecco non riesce ad andare oltre la cintola. Il Parma entra tra i Camicie lombarde il che è un piacere. Mihaila doma un pallone e con il destro, appena entrato in area, lancia sotto il sette. Gola barbara lui vorrebbe dire adanismo. E il Tardini esplode con la mitraglia dello speaker Luca Ampollini

Degli Innocenti, in mezzo al campo, cerca di mettere ordine, ma a differenza del suo cognome, questo Lecco ha tanti difetti. Il primo, quello di non poter opporre la minima resistenza all’avanzare delle Crociate. Quindi per Bernabé è un gioco da ragazzi, ancora con i suoi strumento preferitola sinistra trafigge Melgrati.

Furore Parma, scena muta Lecco. Quel ramo del Lago di Como? No, quel fiume di tifosi gialloblù che scortano la capolista, che ancora una volta abbracciano i tre punti, aspettando con ansia quelle acque nobili, che con loro competono.

L’unica nota stonata del primo tempo è l’infortunio di Benedyczak, costretto ad uscire. Al suo posto Partipilo.

Pronti a partire e inizia il secondo tempo. Tutto è pronto, mister Rutella della sezione di Enna, arbitro della Feralpisalò-Como la scorsa settimana, e che quindi ha visto da vicino la seconda forza del campionato, ora non si rende conto che i giocatori in campo non sono 22, ma 21. : manca infatti il ​​portiere del Lecco, Malgrati, che evidentemente se l’era presa comoda…

Il Parma non se la prende comoda e preme ancora sull’acceleratore, destinazione poker. Il secondo tempo è stato più sonnolento della prima parte della partita. Il Lecco prova a non far sbadigliare Chichizola con un tiro e un colpo di testa, parato egregiamente.

Il Parma abbassa fisiologicamente il ritmo, Bernabé, per non fare gli straordinari, dopo aver subito una botta, barcolla a destra. Il poker lo giocano i due sostituti, Sohm al posto di Hernani e Camara in campo al posto di Mihaila. Lo svizzero vede e serve l’ivoriano, che con un rasoterra fissa il risultato sul 4-0. Stessa dinamica, in fondo, del vantaggio.

Ecco, Bonny l’aveva fatto senso prima di vedere Bernabé; Sohm ecco ascoltare Prima Vedere Camara: dettami di un talento che deve essere funzionale notare l’altro (concetto espresso ieri, nella preziosa chiacchierata, su queste colonne, di Filippo Galli).

Quattro gol quindi, tre nel primo tempo e uno nel secondo. Spazzate via anche le tossine nel palermitano.

La partita del Tardini, invece, è iniziata prima per il piccolo contingente milanese proveniente dal Parma. 11.27 si parte da via Tobruk, in mediolanum. Sul navigatore Palloncino di birra, ha scritto allo stadio Ennio Tardini. Il sottoscritto, Carmine, e il suo caro amico fraterno, Alepartono per tornare a vedere il loro Parma, perché c’è la diretta Dazna 4 round dalla fine non basta più.

La strada è dritta, un po’ come quella che ha preso quest’anno il Parma: solo all’uscita dall’autostrada, un po’ di ingorgo, qualche rallentamento, un po’ come gli ultimi rallentamenti del Parma. Molti furgoni della Polizia smistano e parcheggiano i tanti tifosi che seguono il Lecco. Continuiamo e mettiamo la macchina in una curva Palloncino di birra trova con la stessa prontezza con cui “Angelo” Bonny troverà poco più tardi Bernabe’ per il vantaggio del Parma.

Dopo aver riparato l’auto ci si sente decisamente più leggeri. Un km ci separa dall’ingresso monumentale del tempio. I passaggi diventano gradualmente più veloci. Anziani con le giacche lunghe, bambini con magliette e sciarpe, tutte pecore in cerca del pastore, Parma.

Sono le 13.35, la scalinata che porta alla tribuna ha il ritmo infuocato della Parma scaligera. Nei pressi del Salotto Tardini incontriamo uno che, a quei ritmi frenetici, era un tuffatore inesauribile, Alberto Di Chiara, invitato oggi dalla Lega Serie B.

Il sole addolcisce il già bel prato di Ennio. Quando suona l’Aida, fa l’effetto che ebbe su Proust il profumo del profumo Madeleines: un soffio di ricordi, un desiderio, di presente.

Le scale che, però, portano alla sala stampa, sono più leggere, con il poker appena visto e soprattutto, a quota 73 appena acquisita.

Il sottoscritto chiede al signor Melgrati cosa lo ha colpito di più di questo Parma. “La qualità dei singoli è eccezionale: è una squadra ben costruita, giocano bene, si muovono bene; è una squadra bella da vedere, che ha avuto, come tutte, un leggero calo, in un campionato molto duro e che Sono sicuro che farà strada“.

Palloncino di birraStupito, ascoltò le risposte e se Sohm avesse segnato, avrebbe fatto anche una domanda per scommessa all’allenatore.
Dopo aver salutato il direttore, impegnato in sala stampa Gian Franco Bellé per mettere su carta i propri servizi e i video sugli appositi canali, si riparte.

Proprio fuori dallo stadio, però, la partita non sembra voler finire. Ecco qui uomo di partitoAdrian Bernabé, che abbassa il finestrino della macchina e si fa dei selfie.

Ecco, a piedi e con una borsa nera sulle spalle, il signor Pecchia. “Signore, possiamo fare una foto?” – “SÌ, Certo”. COME Certo, era oggi, il suo Parma. Una volta saliti in macchina si ferma subito. Sosta caffè. Macchiato decaffeinato e ginseng piccolo. Ale palla guida, Carmine accanto a. Complicità, come Bonny accanto a Bernabé.

Nel sabato in cui, evento più unico che raro, la radio di Tutto il calcio minuto per minuto è rimasto in silenzio, sperimentando uno sciopero per contrastare il Leviatano RaiSport che avrebbe voluto fare sua la trasmissione ultrasessantenne, il ruggito, più vibrante di cento emittenti radiofoniche, parlava della loro Crociata e della dura amicizia. UN nostos a Ulisse, in ordine completo. Nel loro ItacaTardini. Luca Savarese

 
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