Giornata mondiale per il lavoro e le vittime dell’amianto, 7mila morti in Italia nel 2023 – .

Giornata mondiale per il lavoro e le vittime dell’amianto, 7mila morti in Italia nel 2023 – .
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Ancora oggi, in Italia, si continua a morire di amianto. Lo confermano i dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), secondo i quali nel 2023 sono stati registrati 7.000 decessi per malattie legate all’amianto. Oggi, 28 aprile, è la Giornata mondiale per le vittime del lavoro e dell’amianto, occasione per ricordare la lavoratori deceduti a causa dell’esposizione alle polveri di questa fibra e per ribadire l’urgenza di attuare attività di prevenzione e assistenza a coloro che hanno contratto malattie legate all’amianto.

Cos’è l’amianto

L’amianto o amianto è un minerale naturale con struttura fibrosa che presenta proprietà fonoassorbenti e termoisolanti: caratteristiche che, in passato, lo hanno reso per molti anni un materiale ampiamente utilizzato sia nel settore industriale che in quello edile. È stato utilizzato fino agli anni ’80 per l’isolamento di edifici, tetti, navi, treni, ma anche come materiale da costruzione, noto come Eternit, per la fabbricazione di pavimenti, piastrelle, vernici e persino tute dei vigili del fuoco. . Nel corso degli anni, però, l’amianto si è rivelato nocivo e altamente pericoloso per la salute umana. Se respirate, le polveri contenenti fibre di amianto possono causare malattie gravi e irreversibili dell’apparato respiratorio (come asbestosi e cancro ai polmoni) e delle membrane sierose, in particolare il cancro della pleura (mesotelioma pleurico).

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La legge sull’amianto del 1992

Con la legge n. 257 del 1992, l’Italia ha messo al bando l’amianto, stabilendo una serie di misure per la cessazione dell’uso di tale sostanza, per il suo smaltimento controllato e per l’assistenza ai lavoratori esposti. La legge impone anche il divieto di estrazione, importazione, esportazione e produzione dell’amianto, classificato come cancerogeno nel 1973. Come evidenzia un’indagine di Legambiente, degli oltre 31mila casi di mesotelioma pleurico registrati dal 1993 al 2018, l’80% è dovuto all’esposizione alle fibre di amianto. Come l’associazione sottolinea ancora oggi, a più di trent’anni dalla legge n. 257, è stato rimosso solo il 25% dell’amianto: ciò significa che, di questo passo, ci vorranno altri 75 anni per liberarci completamente di questo materiale.

Il fondo per le vittime dell’amianto

Il 30 marzo 2023 è stato istituito il Fondo vittime dell’amianto, che interviene a favore dei lavoratori che hanno contratto patologie legate all’esposizione alle polveri di questa sostanza durante il lavoro nei cantieri. Secondo i numeri dell’Osservatorio Nazionale Amianto, solo nel 2023 in Italia sono stati registrati 10mila nuovi pazienti affetti da patologie legate all’amianto. Per tutelare i lavoratori esposti e i familiari delle vittime, nella legge di Bilancio 2024 sono stati stanziati fondi per 60 milioni di euro fino al 2026.

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