È sicuramente un saggio interessante e a tratti addirittura”illuminante“, che propone il superamento degli archetipi e degli approcci didattici tradizionali e limitanti su cui si fonda la scuola moderna.
Tocci, facendo tesoro della sua esperienza di insegnante di scuola primaria e della sua forte curiosità e propensione alla ricerca e all’approfondimento delle problematiche sociali, ha cercato di fare una critica costruttiva all’attualità”istituzione scolastica“.
Senza cadere in inutili e sterili assolutismi, nel suo saggio il maestro Tocci conduce il lettore a comprendere alcuni meccanismi del potere che usa anche la scuola per tenere sottomesse le persone, privandole dello spirito critico e di ogni desiderio di sana ribellione.
Una scuola come è oggi, asservita al potere dominante e rigidamente strutturata nei tempi e negli obblighi ministeriali, non può – come sottolinea l’autore – riuscire a far emergere dai ragazzi i talenti, le potenzialità, le mille sfaccettature della personalità.
Ma Tocci indica una via d’uscita, avanza la sua proposta di “Scuola fuori“, che lascia le mura grigie degli istituti per trovare ambienti più adatti e stimolanti. Questo è ciò che grandi studiosi come Montessori, Rousseau E Dewey.
I benefici della Natura sull’apprendimento sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo – lo confermano recenti stime – dopo la pandemia si è registrato un preoccupante aumento dei disturbi fisici e cognitivi nei bambini e nei ragazzi in età scolare.
“Non è normale che gli studenti trascorrano gran parte della giornata chiusi nelle aule degli edifici di cemento armato. Cambiando l’approccio educativo e privilegiando l’ambiente esterno tutti ne trarremmo grandi benefici“, ha dichiarato Tocci, mettendo indirettamente in gioco alcuni colleghi, alcuni dei quali ancora piuttosto ancorati a un sistema tradizionale che penalizza l’innovazione e l’entusiasmo degli altri.
La scuola che Tocci propone non è rivoluzionaria, non intende sfuggire al sistema, né combatterlo, ma è fatta di nuovi gesti, nuovi ambienti e nuove sfide.
Alcuni maestri come Alberto Mansi e Don Bosco hanno avuto il coraggio di cambiare ciò che contestavano semplicemente agendo all’interno dei luoghi in cui operavano.
È da loro che Tocci ha preso spunto per la realizzazione del saggio, che ha visto anche il contributo di tre professori e ricercatori moderni: il filosofo Diego Fusaro (Epilogo), Enrico Manicardi (prefazione) e il prof. Gianluca D’Errico (appendice sulla Controriforma).