«Un passo indietro nel tempo» – .

CREMONA – Nuovo ministro dell’Istruzione, nuova pagella. Non è proprio un sillogismo, ma al Dipartimento dell’Istruzione piace sicuramente fare e disfare. Il ministro Lucia Azzolina in piena pandemia non si è limitato a far acquistare le sedie a rotelle, ma ha pensato bene di cambiare i criteri di valutazione nelle scuole primarie, passando dai voti numerici ai giudizi pedagogici rispetto al modello di certificazione delle competenze acquisite con la seguente dicitura: in fase di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato.

Adesso il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara sembra voler tornare, se non avrà voti — all’epoca introdotto alla scuola primaria da ministro Maria Stella Gelmini —, a giudizi sintetici: ottimo, distinto, buono, giusto, sufficiente, insufficiente e gravemente insufficiente.

Inoltre, i voti di condotta alle scuole medie faranno la media con quelli delle discipline e chi viene bocciato non potrà accedere all’anno successivo. Per ora si tratta di ipotesi che attendono concretezza dai decreti una volta concluso l’iter parlamentare.

Molti sono i dubbi su quello che sembra essere una sorta di ritorno all’ordine: «È anche vero che le definizioni pedagogiche in vigore oggi nella scuola primaria non sono chiare per molti genitori – riflette Barbara Azzali, preside dell’istituto comprensivo di Cremona 4 –, ma si rischia certamente di ignorare le azioni intraprese negli ultimi anni per valorizzare i processi di apprendimento e non gli esiti delle conoscenze acquisite. Per quanto riguarda il voto di condotta, credo che non possa essere paragonato al voto disciplinare. La logica sembra essere quella di dare agli insegnanti uno strumento per certificare la necessità di un’eventuale bocciatura”.

Maria Giovanna Manzia dell’IC Cremona 1 spiega: «Per molti genitori i giudizi sommari non sono stati immediatamente comprensibili, questo è vero, ma se guardiamo all’aspetto valutativo sono termini che rappresentano l’esigenza della scuola di valutare processi di apprendimento e non semplicemente performance cognitive. Per quanto riguarda il voto di condotta, sono contrario ad azioni repressive che non risolvono i problemi se non accompagnate da interventi educativi”.

Daniela Marzani, dirigente dell’ comprensiva Cremona 2, sottolinea: «Per ora si tratta solo di una notizia ufficiosa, ma se fosse confermata cancellerebbe il lavoro di questi anni, ma l’idea stessa di una scuola attenta alle competenze e non solo ai saperi, valutando processi e non risultati. Per il voto sulla condotta non c’è nulla di nuovo, la norma impone di tenere conto dei comportamenti, senza parlare di condotta. La scuola può essere rigorosa senza essere rigida. Ciò che colpisce è come, nonostante siano cambiati i ministri, gli unici a non essere stati consultati sono gli operatori scolastici».

 
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