A rischio il 15% della popolazione, 6,6 milioni i poveri (anche se lavorano) – .

A rischio il 15% della popolazione, 6,6 milioni i poveri (anche se lavorano) – .
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Crescono i poveri in Italia, in una situazione sempre più a rischio: sono circa 14 milioni gli italiani con i conti in rosso. Si tratta di 8,5 milioni di persone a rischio povertà, in una situazione altamente precaria: tra loro ci sono quasi 2 milioni di disoccupati più 6,6 milioni di cosiddetti “lavorare povero“, cioè lavoratori precari e sottopagati. A ciò si aggiunge la condizione ancora più pesante di oltre 5 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta. È quanto emerge dal recente rapporto dell’Assessorato Centro studi Unimpresa e la situazione sta peggiorando, con le persone a rischio povertà che, nel corso degli anni, scivolano inesorabilmente nella povertà assoluta. Basta guardare cosa è successo negli ultimi anni: dal 2005 i poveri sono più che raddoppiati, passando da 2,4 milioni a 5,6 milioni, mentre i “lavoratori poveri” sono passati da 10,4 milioni a 8,5 milioni.

Si tratta quindi di un saldo negativo di 2,2 milioni in cui si registra il passaggio da un’area a rischio alla povertà assoluta. «Serve una nuova traiettoria, un cambio di passo verso un orizzonte diverso – ha commentato il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi – si tratta di creare le condizioni affinché le imprese possano crescere, investire e creare nuovi posti di lavoro: meno burocrazia e meno tasse, con una quota consistente di incentivi per chi crea nuova e stabile occupazione”.

Il precariato

I lavoratori precari, infatti, sono in costante aumento. Sono passati da 6 milioni e 551mila soggetti nel 2022 a 6 milioni e 603mila nel 2023, con un incremento di 52mila unità. E il mercato del lavoro offre sempre meno stabilità: i lavoratori con contratto part-time a tempo determinato sono passati da 867mila a 920mila, con un aumento di 53mila unità, e i lavoratori con contratto part-time involontario a tempo indeterminato sono cresciuti di 17mila unità da 2 milioni e 638 mila a 2 milioni 655 mila. In aumento anche i lavoratori con contratto di collaborazione, che sono passati da 248mila a 250mila, e gli autonomi a tempo parziale sono passati da 684mila a 757mila. «Il problema dei poveri – spiega Longobardi – è una tragedia e chi, come me, ogni giorno trascorre il tempo in mezzo alla gente, nei negozi e nei mercati, si rende conto delle difficoltà delle persone. Chi ha un’impresa e dà lavoro: crea dignità ed è proprio questo aspetto che manca”.

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