Era un altro mondo, un’altra epoca, una vita diversa, una cultura e voglia di vivere diverse ma per lui strettamente legate alla tradizione napoletana.
Era il mio bisnonno, chiaramente non l’ho mai conosciuto, ma per me era e sarà un mito. Mi è stata raccontata più volte la sua vita, da quella privata con una numerosa famiglia con sette figli a quella pubblica, professionale piu’ importante perché lasciò un segno indelebile anche se morì prematuramente all’età di 68 anni nel 1942 a Napoli.
Fu un artista completo nel suo campo, quello dell’ingegneria: le sue idee, le sue teorie e soprattutto le sue opere lasciarono il segno.
I suoi progetti hanno dato vita a strutture urbane eccellenti e funzionali, moderne e all’avanguardia.
Ha lavorato in molte città d’Italia realizzando opere architettoniche di pregio, durature e di grande impatto visivo.
Napoli lo ricorda attraverso la Funicolare Centrale, il Teatro Augusteo, le Terme di Agnano e la cortina di edifici lungo l’asse urbano di via dei Mille-Filangeri che migliorò notevolmente il benessere dei cittadini riconoscenti; Ischia, Capri, Salerno, Firenze, Ravenna, Bologna, Roma e tante altre località piccole e grandi hanno beneficiato dei suoi progetti e delle sue opere.
Moderno nel senso positivo del termine con una visione futuristica e progressista della realtà, ebbe la capacità di trasferire questa cultura nella sua opera di ingegnere.
Cosa dire! Sono orgoglioso di poter parlare di ciò che ha fatto e lasciato a tutti noi.
Giorgio Mellucci
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La rovesciata del 9 novembre 1980, a Genova, contro la Sampdoria, e la rovesciata dell’11 gennaio 1981, a Foggia, contro il Lanerossi Vicenza. Un terzo gol, altrettanto spettacolare, è stato segnato ancora da Stanislao Bozzi contro il Lanerossi Vicenza, allo stadio “Romeo Menti”.
Era il 7 giugno 1981.
