«In questo modo saremo meno dipendenti da Russia e Cina» – .

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«In questo modo saremo meno dipendenti da Russia e Cina» – .

«L’Italia è pronta e lavora per collegare il treno adesso nucleare». Marco Ricotti, esperto di energia nucleare del Politecnico di Milano, non parla solo dell’opportunità di tagliare centinaia di miliardi di costi della transizione energetica. “Evita di passare dalla dipendenza dal gas russo al gas cinese, compresi pannelli, turbine eoliche, batterie e materiali critici”.

Mini reattori nucleari, i primi impianti in 4 anni. «Garantiranno il 20% dell’energia nazionale»

Professor Ricotti, ora il governo spinge per il nucleare, crede che ci siano le condizioni per recuperare 40 anni alle spalle?

«Se dobbiamo rimetterci in carreggiata, devono esserci almeno due requisiti. Dobbiamo assolutamente pensare in modo strategico a lungo termine. Serve una strategia Paese, un percorso bipartisan che non cambi con il passaggio dei governi”.

L’altra condizione?

«Non si può impadronirsi di un intero sistema industriale e far ruotare attorno ad esso l’intero Paese per il contributo nucleare del 5-10%. La percentuale deve essere significativa. Sicuramente la parte del leone spetta alle rinnovabili, ma il contributo positivo del nucleare per ridurre i costi di questa transizione deve essere ben superiore al 10%”.

Il governo pensa al 20%.

“Mi sembra realistico.”

Qual è l’impatto positivo sui costi della transizione?

«Edison ha calcolato che solo il 10% del nucleare entro il 2050 può portare a un risparmio di spesa di 400 miliardi di euro rispetto a uno scenario di decarbonizzazione con il 100% di rinnovabili. Si tratta di risorse preziose su cui puntare su sanità, infrastrutture, difesa e istruzione”.

E forse abbiamo anche meno bisogno dei pannelli cinesi e dei mega accumulatori.

“Naturalmente è in gioco la dipendenza strategica geopolitica”.

Quali sono i vantaggi di questi reattori rispetto alle vecchie centrali nucleari?

«Gli SMR sono piccoli e modulari ma pur sempre raffreddati ad acqua: utilizzano combustibili più classici e già disponibili. Mentre gli AMR sono raffreddati da piombo liquido, sodio liquido o sali fusi e possono utilizzare nuovi combustibili per bruciare le scorie nucleari. Non serviranno più grandi cantieri con 4.500 persone”.

Le imprese sono pronte?

«L’Alleanza Industriale Europea sul SMR è appena partita e oltre 50 aziende italiane hanno chiesto di parteciparvi. Siamo secondi solo alla Francia».

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Il Messaggero

 
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