Anche a Rimini sono scadute le concessioni balneari, se le istituzioni non agiscono dipende dalla Procura – .

Il 9 novembre 2021 la Plenaria del Consiglio di Stato con “le doppie sentenze n. 17-18”, preso atto del mancato rispetto della proroga al 31.12.2033 della scadenza dell’efficacia delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative stabilite dalla “legge Centinaio 145-2018” (poi abolita) prevista un periodo di due anni, e cioè fino al 31.12.2023, affinché le istituzioni organizzino le procedure di gara ad evidenza pubblica per consentire, a chi volesse avvalersi della modalità concessoria per l’uso delle spiagge, la predisposizione del bando modalità, precisando anche che le linee guida, i criteri delle procedure stesse potrebbero già essere tratti dalla normativa unitaria dell’euro (Direttiva Bolkestein, Trattato UE) e da quella nazionale (Codice della Navigazione).

Sebbene tale scadenza del 31.12.2023 sia stata poi recepita legislativamente dalla “legge Draghi” 118-2022″, le istituzioni, il governo centrale e gli enti territoriali, salvo rare eccezioni (Elba-Jesolo), invece di attivarsi dal giorno successivo alla pubblicazione delle “sentenze gemelle” per preparare le partite, hanno deliberatamente deciso di adottare la classica ed ipocrita “politica italiana del rimbalzo”, accusandosi a vicenda di inadempienza adottando la semplice e banale scusa dell’impreparazione, sicuramente intenzionale, soggettiva ed invalidante visto il tempo a disposizione (circa due anni e due mesi) e finalizzato esclusivamente a guadagnare (e perdere) tempo in attesa di eventuali disposizioni normative favorevoli.

Intanto l’Unione Europea ha proseguito nella procedura di infrazione notificata nel 2020 inviando pareri con i quali ha rispedito al mittente anche la “falsa ricostruzione” dell’abbondanza di spiagge ad uso commerciale inventata dall’attuale Governo con la vana speranza di un totale ripensamento da parte dell’UE Lo stesso vale per l’altra istituzione dell’UE, la Corte di Giustizia, che con la sentenza (caso Ginosa) del 20 aprile 2023, ha riconfermato la disapplicazione obbligatoria di tutte le proroghe in corso da parte di tutti gli organi, amministrativi e giudiziari, del Stato italiano. Al pari delle istituzioni europee, l’AGCM, con i suoi poteri istituzionali, ha aperto procedure di contenzioso nei confronti dei comuni rivieraschi per violazione di norme anticoncorrenziali e li ha diffidati a disapplicare le proroghe illegittime. Infine, la magistratura amministrativa, sostituendosi ai fallimenti della politica, ha continuato e continua la sua ormai consolidata produzione giurisprudenziale nell’affermazione degli obblighi di gara e nella mancata applicazione di proroghe non in linea con il diritto eurounitario da parte degli organi amministrativi e giudiziari.

Alla luce di questo quadro normativo-giurisprudenziale, chiediamo che le istituzioni comunali e statali, nell’adempimento dei loro compiti, applichino le norme dell’ordinamento giuridico su tutto il territorio riminese e accertino e sanzionino attività imprenditoriali (o singoli cittadini) prive di autorizzazioni edilizie in l’area urbanizzata (alberghi, ristoranti, esercizi pubblici) riservano lo stesso trattamento, vista la scadenza al 31.12.2023 delle concessioni riconosciute anche dal Comune di Rimini con atto di indirizzo dello scorso dicembre, al settore balneare e quindi sul spiaggia senza creare differenze tra cittadini di classe A e cittadini di classe B. Chiediamo infine alla Procura della Repubblica di intervenire, nell’adempimento dei suoi compiti, nel caso in cui questi organi istituzionali non esercitino le loro funzioni.

Roberto Biagini Coordinamento Nazionale Mare Libero.

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