Una manifestazione ha visto protagonisti gli operai degli uffici amministrativi del Tribunale di Bergamo, a cui si sono uniti anche quelli della Procura, la mattina di mercoledì 8 maggio, davanti alla Prefettura in via Tasso. Sono un centinaio a protestare contro le modifiche unilaterali dell’orario di lavoro e a denunciare, si legge in una nota congiunta di FP-CGIL, CISL-FP, FLP e USB, vari problemi legati a salari inadeguatia causa dell’alto costo della vita, dei salari aggiuntivi non redditizi, della mancanza di formazione, sicurezza, compiti e procedure.
Nel corso della manifestazione, una delegazione di lavoratori e sindacalisti è stata ricevuta dalla vice prefetta Marisa Amabile: «Abbiamo esposto – spiegano – le nostre ragioni, come già fatto lo scorso 22 marzo, senza però aver ricevuto risposte dal Ministero. Abbiamo chiesto al viceprefetto di fare da intermediario presso il Ministero della Giustizia, ma questa volta anche presso la Presidenza del Consiglio, presentando le nostre rimostranze», hanno spiegato Leopoldo Chiummo per Fp-Cgil, Francesca Mezzanotte per Flp e Antonello Solimeno per Usb Pubblico Impiego, con i delegati Rsu di Tribunale e Procura.
L’incontro in Prefettura nella mattinata di giovedì 8 maggio
Va ricordato che il personale amministrativo del Tribunale di Bergamo è in stato di agitazione dal 30 gennaio. Una protesta iniziata a causa della modifica unilaterale da parte della direzione di un accordo, siglato nel 2017, che prevedeva l’autorizzazione di 9 ore mensili di surplus da poter utilizzare, a ore o per l’intera giornata, entro il mese successivo. La direzione ha deciso di ridurre le possibilità di accumulo, scatenando la protesta. Già il 22 marzo si era svolto un incontro in Prefettura, alla presenza di un rappresentante del Ministero della Giustizia: secondo i sindacati, era stato assicurato che Roma avrebbe effettuato controlli sulla legittimità dell’accordocon richiesta di sospensione delle stesse pendenti notizie, ma la richiesta ha avuto esito negativo.
