…devi tucai in de la bursa… – .

Commentare il Milan in questi giorni è una perdita di tempo. La stagione è finita, il secondo posto assicurato (con annessa qualificazione alla CL, unico vero obiettivo di questa società), le motivazioni dei giocatori sono sotto lo zero, l’allenatore è in rampa di lancio, ecc. ecc. Si giocano le ultime partite, oppure anzi, scendiamo subito in campo, proprio perché non possiamo farne a meno. Quello che è successo domenica contro il toro si spiega da sé.

Ciò che interessa, o meglio interesserebbe, sarebbe il futuro e il primo passo è la scelta dell’uomo che verrà. Intendiamoci: non sono uno di quelli che pensa che l’allenatore sia tutto. Puoi anche prendere il migliore di sempre ma se gli dai una squadra di giocatori scadenti neanche lui farà miracoli e viceversa. Prendete un allenatore ma se gli date il Milan degli olandesi (tanto per fare un esempio) tanto peggio non farà comunque. Quello che mi interessa (e quello che sento e leggo è uguale per tutti i tifosi del Milan) è “il ragazzo” di un allenatore, non tanto il nome stesso. Ti farò un esempio; Non ho mai amato Conte per millemila motivi ma se prendi uno con quell’ambizione vuol dire che il tuo club ha almeno la stessa ambizione di vincere, di mettergli a disposizione una rosa di un certo tipo, di fare di tutto per eccellere, anche negli ambienti che contano anche se porti con te qualche antipatia. Un ragazzo come Conte non diventa certo il capro espiatorio di una società senza ambizioni (intese come ambizioni sportive…). Chiederebbe impegni e garanzie. Al contrario, se si prendesse un giovane emergente, o un altro Pioli, per poter allenare una squadra come il Milan si accontenterebbe degli scarti del Cagliari (ancora per fare un esempio), con il conseguente risparmio di enormi quantità di dobloni; Bilancio in nero e tutti contenti secondo la filosofia cardinalizia…

Mentre viaggio in macchina, come faccio spesso per lavoro, mi imbatto in un famoso programma sportivo di una radio altrettanto famosa. Stanno parlando del futuro allenatore del Milan e io decido di seguirli. Ospite sarà il cantante rossonero “Skincats”, quello che si diverte a pagarsi le trasferte… Di seguito vi riporto parola per parola il cazzo di pensiero (ehm… scusate, errore di battitura, “Cats ha pensato”, non volevo offendere chiunque prima che arrivi l’ennesima lamentela in discoteca, visto che i cantanti sono notoriamente permalosi e vendicativi). Dopo qualche nome, questo no, questo forse, questo e quello no, finalmente arriva al dunque…

“Preoccupato ? No, non è il 7 luglio. Entro il 7 luglio arriveranno un allenatore e un attaccante… … mannaggia mi viene voglia di commentare… ma lo chezz continua… “Non è una questione se la società è molto forte o no, secondo me bisogna prendere un allenatore, non che ai tifosi piaccia, altrimenti facciamo i referendum, e no… ma Fonseca non ci piace, e ci piace, sai qual è il problema, il problema oggi è che siamo intrappolati in un circolo vizioso, come gli aeroplani wwwww, è che se lo facciamo… dici tu… chi se ne frega dei social… verissimo ma… se così arriva… facciamo Fonseca, facciamo finta che non ci piace, e partono “fuori” ma… dopo un minuto che arriva Fonseca, e si fatica a lavorare. Ecco mi auguro… “buongiorno, sono Ibrahimovic, questo è il nostro allenatore, è un allenatore che abbiamo studiato, secondo noi farà bene, quest’anno vogliamo vincere la seconda stella, lasciare la seconda stella” per un anno solo all’Inter”, perché poteva dire queste cose, “anche noi vogliamo essere protagonisti, ci aspetta una campagna acquisti mirata e intelligente, tifosi, fidatevi, questo è il nostro allenatore”, punto, fatto. Secondo me tranquillizzerebbe, d’altronde qualcuno deve assumersi la responsabilità, o Ibra o la società, o la proprietà, o l’allenatore, cioè qualcuno deve dire, ma molto chiaramente: “questo è il nostro allenatore”, se ti piace piace, lo abbiamo scelto. Siamo Milano punto e basta!

La lezione continua ancora un po’ ma più o meno il concetto si ripete.

Il “chezzpensiero” mi colpisce come un mae geri allo stomaco, mi apre gli occhi e mi svela la verità assoluta. L’allenatore, i giocatori, la dirigenza, la squadra, i tecnici, anche i giardinieri di Milanello vengono scelti dal club in totale libertà. E chi l’avrebbe mai detto, e pensavo che stessero indire un concorso pubblico…

Direi che è tutto sacrosanto, i soldi li mette la proprietà e la proprietà sceglie e chi lo nega? Nessuno, ma mi viene anche in mente che il tifoso (o il sub-tifoso come evidentemente siamo noi) dovrebbe, mi risulta che siamo in democrazia, almeno avere il diritto di non essere d’accordo. Ora, non mi aspetto certo manifestazioni di piazza con i bastoni in mano, per carità, nemmeno le proteste davanti ai cancelli di Milanello, nemmeno gli striscioni della curva allo stadio (cattivi, cattivi, non farlo più…) ma penso che il tifoso sia anche un consumatore. Un consumatore dei “prodotti” dell’azienda e che la mantiene spendendo i propri soldi… 4 milioni di potenziali consumatori che vogliono solo cavillare.

Il tifoso compra abbonamenti e biglietti che riempiono San Siro ogni maledetta domenica, abbonamenti alla pay tv per vedere le partite, compra gadget in casa del Milan, si lascia condizionare dalla pubblicità occulta degli sponsor, compra le magliette, le sciarpe e bandiere originali. Paradossalmente compra anche i biglietti della metro per andare a San Siro e quelli dell’aereo per le trasferte. Compra anche i panini con la salsiccia dal furgone piazzato davanti ai cancelli di Milanello che il proprietario, sempre lo stesso, pagherà anche la metà del prezzo al portiere dei campi per avere il permesso di soggiornarvi, contribuendo anche, nel suo piccolo, per mantenere e ingrassare la baracca.

E poi lasciatemi sognare, lasciatemi la mia utopia… almeno per un secondo…
Sogno un’apertura del campionato con 23.567 tifosi paganti e abbonati. Sogno una casa milanese deserta e quindi i cancelli di Milanello, con il wurstel che dopo una settimana è costretto a parcheggiare il furgone altrove se vuole arrivare a fine mese, smettendo così di pagare la sua ricompensa…

Sogno centinaia di lettere e/o email che arrivino ai vari “[email protected]” suona più o meno così.

Gentile Signor Emirates, volevo informarla che ho appena prenotato un volo di andata e ritorno per (metti tu la destinazione) ma ho scelto Air France in quanto sei sponsor del Milan e finanziando questa compagnia sei complice di questa strage . Finché continuerai a sponsorizzare “questa Milano” mi sentirò obbligato a non usufruire dei tuoi servizi, anche se le tariffe Air France non sono proprio popolari. Cordiali saluti ecc. ecc.

O

Cara signora Puma, volevo farti sapere che oggi ho comprato delle scarpette da calcio per i miei figli e nuove risatine per me e mia moglie. Dopo anni di fedeltà al vostro marchio ho optato per (nominate un marchio concorrente a caso…) in quanto ho deciso di evitare qualsiasi forma di finanziamento diretto o indiretto per questo Milano…

E così via. L’abbandono totale di ogni forma di sostegno economico a questa società… Se sono liberi di spendere quanto e come vogliono, beh… ognuno di noi, anche nel suo piccolo, dovrebbe avere la stessa libertà. Ovviamente è solo un’utopia, solo la reazione rabbiosa di un tifoso che si sente tradito, in pratica non è realizzabile, è più facile organizzare una rivoluzione… Ma immaginate che piacere… vedere l’autorità ecclesiastica ritrovarsi all’improvviso con un notevole calo di fatturato e inizi a chiederti perché. Sai? C’è un detto che circola a Milano. “Gli italiani devono tucai in de la bursa…”. Provate ad immaginare gli americani…

PS: un grazie di cuore al nostro Harlock che ha la pazienza infinita di sopportare in anticipo i miei deliri…

PPS: allora lo so, vi farò sapere… sono il primo tifoso idiota che parla, parla ma poi faccio esattamente il contrario di quello che predico o di quello che sogno, e anche l’anno prossimo comprerò tutto l’ambaradan anche se lo sguardo della signora dovrebbe bastarmi. Lei è una vera signora e non mi dice niente ma quando torna da casa Milano con la borsa piena le passa negli occhi, anche se solo per un microsecondo, quell’ombra che è più esplicativa di un trattato. Traduco dal suo figurato milanese: “ti piace ma sei un cretino”…

Forza Milano

AXEl

 
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