l’Esercito difende il generale. Bufera sulla Procura di Firenze – .

l’Esercito difende il generale. Bufera sulla Procura di Firenze – .
l’Esercito difende il generale. Bufera sulla Procura di Firenze – .

Un messaggio di vicinanza al generale Mori, in seguito alla notizia di un nuovo avviso di garanzia, è arrivato dai Carabinieri. «Appreso l’avviso di accertamento, con invito a comparire per l’interrogatorio, nei confronti del Generale Mario Mori, nel pieno rispetto dell’operato dell’Autorità Giudiziaria, i Carabinieri esprimono la propria vicinanza nei confronti di un Ufficiale che, con il suo servizio , ha dato lustro all’Istituzione in Italia e all’estero, confidando che anche in questa circostanza saprà dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati”.

Questo il commento di Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare:

Ineccepibile dal punto di vista della correttezza istituzionale ma certamente irregolare e insolito, il messaggio di solidarietà che le forze dell’ordine hanno voluto rivolgere al gen Mori, invitato nelle scorse ore a presentarsi alla Procura di Firenze come indagato. Un messaggio dell’Esercito apparentemente secco, di pura circostanza, scritto con lo stile di chi non può esimersi dal manifestare vicinanza a chi resta invischiato nelle maglie della giustizia e, nell’inversione pericolosamente radicata dell’onore della prova, deve dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Niente di più sbagliato nella valutazione del comunicato di solidarietà dei Carabinieri. Sbagliato perché solo dal di dentro, solo chi è abituato a servire le istituzioni con disciplina, lealtà e onore (e in silenzio) riesce a cogliere appieno il significato – nascosto ai più – della frustrazione, dell’amarezza e della delusione nel vedere una situazione così seria. reati contro qualcuno che è diventato nel tempo un simbolo, un’icona, un esempio cristallino di professionalità e fedeltà al giuramento prestato nei confronti di colleghi e dipendenti.

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È bene che tutti coloro che in un modo o nell’altro sono coinvolti in questa incredibile vicenda riflettano su questo, sul fatto che un’accusa la cui fondatezza dovrà essere dimostrata dai magistrati ha creato riverberi in tutto il corpo di polizia. A cominciare dal Procuratore Capo di Firenze che sembra aver avallato con la sua firma l’impianto accusatorio, facendo tremare la speranza che possa trattarsi del gesto maldestro e inesperto di un giovane sostituto. Per proseguire con il gip e il gip che dovranno esprimere il loro parere nel corso dell’iter giudiziario. Oppure del Csm, incompetente nella circostanza a intervenire ma responsabile, in senso più ampio, di considerare il comportamento della magistratura fiorentina nell’ambito di uno scenario più ampio, che prima o poi dovrà essere affrontato. Oppure gli organi collettivi di rappresentanza sindacale o di attuale appartenenza, affinché anch’essi possano valutare se non sia il caso di attivare una riflessione collettiva volta a moderare gli eccessi quando non supportati da validi indizi o prove probatorie.

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Considerazioni fin qui esposte che prescindono dal caso specifico di Mario Mori, e che valgono per tutti i servitori dello Stato, per coloro che normalmente navigano in acque pulite il cui colpevole offuscamento può provocare mortificazione e disagio, con certi riverberi sull’intera squadra di appartenente. Inoltre, nel caso di Mori, sia i suoi successi nella lotta contro la criminalità di ogni tipo, sia la dura prova che gli hanno causato sono ormai di pubblico dominio. Ciò che non tutti sanno è che se oggi possiamo godere di una condizione privilegiata nella lotta alle forme più insidiose di criminalità organizzata (come il terrorismo), tutto ciò è in gran parte merito di Mario Mori e delle metodologie investigative da lui messe in atto per al punto che, man mano che vengono aggiornati, costituiscono oggi l’eredità più preziosa per chi è impegnato nella lotta alla criminalità. Ce n’è – credo – abbastanza per indurre anche il magistrato più cinico, insensibile, disattento e ideologicamente connotato a una riflessione inevitabile. Altrimenti si diffonderà la crescente disaffezione e distima degli italiani verso certe magistrature, raggiungendo forse livelli allarmanti.

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