gli ascolti non sono la cosa più importante” – .

Carlo Conti, il nuovo conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremoha commentato il passaggio di testimone dopo Amadeus, dicendo di non provare “nessuna ansia: sono a un punto della mia carriera in cui non devo dimostrare nulla, né a me stesso, né al pubblico, né alla società . Se faccio meno di Amadeus non importa, non è solo una questione di condivisione; Cercherò di fare un buon prodotto e un buon servizio alla discografia, questa è la cosa importante. Non importa se faccio meno in termini di share, altrimenti dopo i grandi festival di Baudo avremmo dovuto chiudere Sanremo. Amadeus ha fatto un lavoro grandissimo, straordinario, crescendo anno dopo anno sia dal punto di vista musicale che di pubblico. Cercherò di continuare quel lavoro”. Conti ha espresso questi concetti nel corso di un’intervista a RTL 102.5.

Carlo Conti, un Pardo a Sanremo: la sfida di cambiare tutto affinché tutto rimanga com’è

di Antonio Dipollina

22 maggio 2024

Riguardo alla presenza dei giovani artisti al Festival osserva: “Molti dicono che ho iniziato il processo di ringiovanimento di Sanremo. Nel 2017 sul podio salirono Ermal Meta, Gabbani e Mannoia. La discografia è cambiata molto. L’unica medaglia che mi sono messo è che sono partiti dai miei festival Mahmood, Irama, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Enrico Nigiotti, Giovanni Caccamo. È stato un momento di grande rinascita della musica italiana”.

Parlando della sua decisione di tornare a Sanremo, Conti ha detto: “Stavamo parlando con la società e abbiamo trovato un punto d’incontro. Intorno alla mia candidatura ho sentito un grande affetto da parte di tutta l’azienda, dai vertici ai lavoratori. COSÌ Mi sono detto: ‘Torniamo sulla scena del delitto, sono tornati i Conti’”, ha scherzato, senza però svelare chi saranno i co-conduttori. “È ancora molto presto, non ci ho ancora pensato. È qualcosa che si è concretizzato nell’ultima settimana”.

Ha inoltre spiegato: “La mia famiglia sa che ho fatto una scelta di vita ritirandomi a Firenze, una vita normale nella quale troverò spazio per prepararmi al festival. La cosa più importante è scegliere le canzoni giuste, perché le canzoni poi devono arricchire i programmi radiofonici ed essere al passo con i tempi. Il mio dubbio era se dopo sette anni avessi un orecchio musicale pronto. Questo è quello che conta per Sanremo, il resto è secondario“.

 
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