Tac subito, senza liste d’attesa. In Piemonte devi essere morto – .

Tac subito, senza liste d’attesa. In Piemonte devi essere morto – .
Tac subito, senza liste d’attesa. In Piemonte devi essere morto – .


Stefano Rizzi 13:51 giovedì 23 maggio 2024

Mentre i pazienti devono aspettare mesi per l’esame, a Casale Monferrato macchinari e medici lavorano fuori orario. Sì, ma per i test sulle mummie dell’Università di Genova. La “transizione” è necessaria per ridurre i tempi?


Non basterà nemmeno fingere di essere morto. Nemmeno la collaudata strategia dell’opossum, resa famosa dal sapiente utilizzo che ne ha fatto il governatore del Piemonte Alberto Cirio per aggirare le situazioni più complicate, può aiutare contro le eterne liste d’attesa della sanità pubblica. Per averne uno Tac, senza aspettare troppo e pur avendo i macchinari messi in funzione e i medici e i tecnici al lavoro la sera, devi essere davvero morto. Ancora meglio se è in circolazione da parecchi anni.

Ciò che è accaduto ieri all’O lo testimoniaOspedale Santo Spirito Di Casale Monferratodove dalle 19 fino a dopo le 20 le sofisticate apparecchiature hanno lavorato su quattro campioni inviati dal Museo di Teratologia dell’Istituto di Anatomia Patologica diUniversità di Genova. Come spiega la stessa Università nella lettera con cui chiede di poter effettuare i test nell’ospedale piemontese, si tratta di feti con evidenti malformazioni e che, allo stato attuale, sarebbero mummificati. Reperti di cui l’ateneo genovese evidenzia la “rarità” e sottolinea “l’interesse scientifico attraverso la virtual autopsy”, cioè un’autopsia virtuale affidata proprio alla TAC e a qualcuno, come il primario radiologo dell’ospedale Giuseppe Minetti è riconosciuta come un’autorità in materia.

La prenotazione, se così vogliamo chiamarla, arriva da Genova il 10 marzo. E sebbene non sia esattamente un esame di routine, la TAC viene eseguita meno di tre mesi dopo. Tempi che farebbero aspettare molto più a lungo chi, pur essendo vivo seppure forse non poco ammaccato, deve aspettare dal Nord al Sud del Paese e altrettanto nel territorio piemontese pur avendo bisogni, diciamo, urgenti rispetto alle mummie.

Si dirà, come viene infatti spiegato, che l’orario serale scelto per la TAC per chi non ha più fretta è stato scelto proprio per non incidere sull’attività rivolta ai pazienti, che per loro fortuna sono ancora vivi. Senza contare che se unire vivi e morti nella preghiera è una cosa, nei locali di un ospedale è un’altra, con tutte le procedure e le precauzioni da osservare.

Di fronte al comprensibile orgoglio della sanità piemontese e, in particolare, diAsl diretto da Luigi Vercellinoper la richiesta accademica arrivata dalla Liguria e prontamente esaudita, resta da chiedersi se quel prolungamento serale dell’attività TC, come altri servizi, resterà appannaggio dei defunti o se i vivi potranno ancora sperare, senza aspettando la scomparsa per superare le liste d’attesa.

 
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