Gran Sasso, ma perché il Comune dell’Aquila ha chiuso il percorso del Centenario? – .

Gran Sasso, ma perché il Comune dell’Aquila ha chiuso il percorso del Centenario? – .
Gran Sasso, ma perché il Comune dell’Aquila ha chiuso il percorso del Centenario? – .

L’AQUILA – Un’ordinanza controversa, quella del 23 maggio scorso con cui il Comune dell’Aquila ha chiuso il Sentiero del Centenario, una delle traversate più iconiche del Gran Sasso. Infatti, lamentano diversi operatori montani, vengono chiuse anche le zone che non rappresentano alcun rischio.

In particolare, a seguito di analoghe ordinanze dei Comuni di Carapelle Calvisio e Castelvecchio Calvisio, il Comune dell’Aquila ha chiuso i tratti di competenza perché, e qui arriviamo al dunque, “i tratti attrezzati” del sentiero versano in gravi condizioni di degradazione. Ma sui tratti di competenza del Comune dell’Aquila, spiegano in montagna, non ci sono tratti attrezzati. Una misura eccessivamente precauzionale, rispetto alla quale c’è anche chi è minacciato, che di fatto impedisce l’accesso anche a percorsi non attrezzati e prettamente escursionistici come il primo tratto del Centenario, tra Vado di Corno e Monte Brancastello. Un danno enorme per l’economia della montagna, solo a Brancastello ogni anno sono migliaia gli accessi. Oltre al danno c’è anche il rischio dell’insulto. Anche quando verranno affissi i previsti segnali di divieto, infatti, molti potrebbero semplicemente ignorarli ma non i professionisti qualificati, gli unici veramente in grado di valutare il rischio di un’uscita, che invece dovranno restare a guardare per non rischiare qualsiasi cosa.

Se le ordinanze di Carapelle e Castelvecchio possono avere un senso, quella del Comune dell’Aquila non ha alcuna giustificazione, considerato anche il fatto che a Brancastello si può accedere anche da altri punti. Al momento Castel del Monte e Calascio non hanno emanato le ordinanze, per evitare però di impedire l’accesso alla Camicia, tratto finale del Centenario.

Insomma, ognuno sembra andare per la propria strada, in base alle esigenze più disparate ma mancando così di quella basilare attenzione e sensibilità verso un mondo, quello della montagna, che ogni mese attira sul Gran Sasso migliaia e migliaia di turisti.

“È come chiudere il tunnel del Gran Sasso per un potenziale pericolo a Giulianova” scherza. “Per fare un’ordinanza ci deve essere un motivo, non esiste una tratta ferroviaria che ricada nel Comune dell’Aquila” commenta qualcun altro.

L’ordinanza, inoltre, rimanda a tutta una serie di confronti con enti e istituzioni locali, ma esclude completamente il Collegio delle Guide Alpine, forse il più esperto in materia, escluso anche dall’accesso al Centenario che invece è garantito a tutti gli altri “enti, autorità, associazioni” che a vario titolo saranno coinvolti nella soluzione della vicenda.

Preoccupano anche i tempi dei lavori di manutenzione sulle tratte ferroviarie. Del resto la vicenda si trascina ormai da mesi – la prima segnalazione risale allo scorso gennaio – eppure, nell’ordinanza di maggio, leggiamo ancora che “Nel confronto tecnico in corso tra gli enti coinvolti non è stato ancora individuato il soggetto che effettuerà l’intervento manutentivo”con tutto il rispetto per lo sviluppo della montagna.



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