hanno 12 e 16 anni, la storia del loro pericoloso viaggio – .

hanno 12 e 16 anni, la storia del loro pericoloso viaggio – .
hanno 12 e 16 anni, la storia del loro pericoloso viaggio – .

UDINE – È stata lunga e piena di ostacoli il viaggio del dodicenne Mohamed (che chiaramente non si chiama così) per abbracciarci di nuovo fratello Ahmed (altro nome fittizio), 16 anni, già accolto in una comunità per minori stranieri in provincia di Udine. Dall’Egitto al Friuli, passando per una struttura di detenzione in Libia e un grande centro in Calabria, fino a quell’abbraccio alla stazione di Firenze, arrivato dopo “quasi due mesi” di burocrazia e contatti. La storia è raccontata da coloro che hanno cercato fermamente quella riunione.

LA STORIA
Hanno riferito che i due fratelli sono partiti “a staffetta”, aiutati dai familiari. Ma Mohamed, 12 anni, che aveva iniziato il viaggio qualche mese dopo Ahmed, è rimasto bloccato in Libia, «in un centro di detenzione – come racconta il presidente di Oikos Ets Giovanni Tonutti -, da cui è poi scappato e ha raggiunto la Calabria, dove è stato portato in una struttura con bambini che scontavano misure alternative al carcere”. Ma la distanza era troppa per un dodicenne solo, senza la famiglia. «Mohamed mandava ogni giorno a suo fratello video in cui piangeva come una fontana. Fratel Ahmed era disperato e allora ci siamo attivati ​​finché non siamo arrivati ​​alla Prefettura competente per quel territorio e siamo riusciti ad ottenere il trasferimento per il ricongiungimento”, racconta Tonutti. E, finalmente, dopo un complesso iter burocratico, l’impresa è riuscita. Anche l’educatore della comunità friulana di Oikos dove Ahmed è accolto – come riporta la Ong – sarebbe andato in Calabria a prendere il ragazzo, ma il coordinatore della comunità calabrese si è offerto di portare Mohamed in treno fino a Firenze. E lì, dopo mesi, a marzo, come racconta Tonutti, i fratelli finalmente si sono riabbracciati, con un sorriso e un’emozione che traspare anche nella foto che li ritrae insieme: il sedicenne con il ciuffo riccioluto capelli tagliati alla moda che lo avvolgono, protettivo, il dodicenne dalla parlantina veloce, che tra le tante domande che poneva in rapida successione, ne aveva anche una sui supermercati friulani. Voleva sapere se poteva trovare lì le caramelle. Ora vivono entrambi in una comunità per minori Oikos, in provincia di Udine, dove il compenso richiesto da Mohammed all’istituto di provenienza, precisa Tonutti, è «intorno ai 50 euro. Non abbiamo prestato attenzione alla retta del minore e al rischio che non ci paghino nemmeno, visto che ci hanno detto che sono indietro di circa un anno con i pagamenti. L’abbiamo fatto per riunirci. Sono cose che ci permettiamo di fare ogni tanto, in casi straordinari”.

IL FENOMENO
Il fenomeno dei “superminori” stranieri “anche sotto i 12 anni” che arrivano in Friuli, conferma Tonutti, “è in aumento”, in provincia di Udine, ma anche, ad esempio, “a Trieste”. In un’altra comunità di Oikos, autorizzata per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni (Mohamed, infatti, è nell’altro centro per ragazzi più grandi, solo perché accompagnato dal fratello sedicenne), che «accoglie gli stranieri, ma vittime anche di violenza subita o assistita, per una capienza massima di 12 bambini e una decina di operatori”, sono presenti altri due dodicenni stranieri. «Un ragazzo albanese affidato dal Comune di Tarvisio e un bambino egiziano», arrivato recentemente da Udine, dove è stato rintracciato. Per il vostro ricevimento, dal 1 giugno al 12 gennaio 2025, Palazzo D’Aronco ha disposto un corrispettivo di 33.888,70 euro (149,95 euro al giorno per 226 giorni). Una somma sostanziosa, ma, precisa Tonutti, il compenso di 149,90 euro, per strutture così delicate e con così pochi posti, è necessario per poter coprire i costi: «Dobbiamo garantire un numero di operatori adeguato all’età dei bambini e alla capienza massima della struttura, che è di 12 posti. Adesso abbiamo cinque bambini accolti, quindi gli operatori coinvolti sono sei. Sono bambini con notevoli sofferenze. Pertanto, oltre al lavoro degli educatori, dobbiamo ricorrere ad un costante sostegno psicologico. Il rapporto con gli assistenti sociali è continuo”. Il dodicenne rintracciato a Udine il 27 marzo si è già sistemato. «Ha colorato un sacco di quadri di macchinine, che abbiamo appeso in tutti i nostri uffici».

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Il Gazzettino

 
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