«Auguro al mio successore una maggioranza coesa» – .

PAVIA. In occasione della celebrazione del 2 giugno, 78° anniversario della nascita della Repubblica Italiana, il saluto del sindaco Fabrizio Fracassi diventa il suo discorso di addio.

Sabato e domenica i pavesi voteranno per scegliere il suo successore, non è stato ricandidato dal centrodestra, così saluta la città con un discorso in cui compaiono le parole “istituzioni” e “responsabilità” parecchie volte. Un discorso in cui augura al suo successore una maggioranza coesa, ricordando (implicitamente) i tanti viaggi che la sua maggioranza gli ha fatto in cinque anni di mandato, e spiegando (esplicitamente) il perché, anche a fronte di richieste più o meno evidenti da parte di alla sua maggioranza, non si è dimesso prima della fine del suo mandato.

Le istituzioni e Matteotti

«Sono un uomo delle istituzioni – dice Fracassi dal palco del Castello Visconteo – e di questo sono onorato. Lavorare per le istituzioni significa lavorare per il futuro di tutti e per me questo ha significato essere sindaco. 78 anni fa tutti gli italiani votarono per la prima volta nel referendum tra Monarchia e Repubblica e scelsero la Repubblica: fu una scelta coraggiosa, un riconoscimento e un omaggio a chi ha lottato e sacrificato la propria vita per un mondo migliore. Tra questi uomini, a cento anni dal suo intervento al Parlamento, ricordo Giacomo Matteotti e invito le istituzioni a riflettere sul suo esempio. Una storia sulla quale è stata costruita una Costituzione che ha tra i suoi pilastri la solidarietà, l’inclusione e la partecipazione”.

Da qui l’invito a votare, sabato e domenica, per il Comune e per le elezioni europee.

«Votare è libertà, scelta e speranza: continua Fracassi – e a chi corre per diventare uomo delle istituzioni dico che se negli anni l’astensionismo è aumentato è perché soprattutto i giovani non sentono più la stessa passione in quelli che lavorano per le istituzioni che hanno avuto colui che ha dato vita alla Repubblica che si festeggia il 2 giugno”.

Poi il passaggio più legato alla sua storia politica più recente e alle spaccature del centrodestra (mai nominate apertamente) che hanno caratterizzato l’ultima legislatura fino alla scelta del centrodestra di non ricandidarlo alla carica di sindaco per il secondo mandato.

“Non ho mai pensato di dimettermi”

«Molti mi hanno chiesto perché non mi sono dimesso – dice Fracassi -. Non l’ho fatto e non lo avrei mai fatto, perché quando sono stato eletto ero eletto dai cittadini e avevo un mandato popolare. E in quel momento ho preso un impegno. E gli impegni sono vincolanti, quindi restare sul posto significa responsabilità verso gli elettori e rispetto delle istituzioni. Un rispetto che deve essere alla base di chi amministra la cosa pubblica”.

Consiglio al successore

Se chiede ai cittadini di andare a votare perché votare è “libertà, scelta e speranza”, chiede al suo successore Fabrizio Fracassi di “volare alto” senza dimenticare di tenere i piedi ben saldi a terra.

«Per citare Cesare Angelini, mi auguro che il prossimo sindaco di Pavia conosca ogni angolo della città – conclude -. E mi auguro che voli alto per portare a termine i progetti avviati a partire dal recupero delle aree abbandonate e dare a questa splendida città il futuro che merita. E spero che il prossimo sindaco abbia la maggioranza e una squadra competente, efficiente, onesta e coesa”.

E nel passaggio sulla coesione chi segue (anche non da vicino) le vicende di Mezzabarba ha trovato l’ultimo sassolino che Fabrizio Fracassi si è tolto dalla scarpa.

 
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