Rovigo. Morte di Giacomo Magaraggia, la famiglia ottiene la riapertura delle indagini per presunta falsificazione di documenti – .

Rovigo. Morte di Giacomo Magaraggia, la famiglia ottiene la riapertura delle indagini per presunta falsificazione di documenti – .
Rovigo. Morte di Giacomo Magaraggia, la famiglia ottiene la riapertura delle indagini per presunta falsificazione di documenti – .

ROVIGO – Mesi di protesta quotidiana, armati di silenzio e di un semplice pezzo di legno con scritto “ingiustizia”, ore sfidando il freddo per chiedere che venga rivalutata una questione che, a loro avviso, era stata liquidata in maniera frettolosa. e in modo inadeguato, rispetto al morte del figlio Giacomo34 anni, avvenuta il 30 ottobre 2020.

Adesso per Roberto Magaraggia e sua moglie Lucia Picanza arriva il sospiro di sollievo nel vedere ha riaperto il file che erano stati archiviati non tanto sulle cause della morte in ospedale, quanto sui successivi documenti relativi alle procedure seguite nell’accertamento della morte del figlio. «La nuova Procura ha deciso di riaprire l’indagine riguardante la denuncia presentata nel marzo 2021 da nostro figlio Alberto Mario – spiegano – un provvedimento interno che riteniamo mirato al rispetto della magistratura, dopo un archiviazione frutto di zero accertamenti e a nostro avviso Omissioni di opinione che si sono trascinate fino al gip. Un grave vizio procedurale che ha colpito il tribunale, infliggendo ulteriore atroce dolore alla nostra famiglia dopo la morte di nostro figlio Giacomo”.

IL DOCUMENTO

La denuncia, continuano i genitori, «era circostanziata e conteneva fatti ineccepibili che a nostro avviso erano stati stroncati sul nascere, prima ancora di formalizzarla, dal comportamento di alcuni esponenti dell’Ulss 5, che non hanno consegnato la documentazione da presentare. Con cancellazioni, sostituzioni di documenti, documenti incompleti e altro ancora. Parliamo di pubblici ufficiali e di atti pubblici. Non aver individuato subito l’autore dell’infamia e non averlo accertato è stato come autorizzarlo. Vorremmo vedere i genitori, siano essi magistrati, medici, operai o impiegati, accettare passivamente una situazione simile. Alberto, avvocato, è stato infangato con frasi diffamatorie e false che non aveva mai pronunciato al mondo”.
Magaragga e sua moglie concludono che «una giustizia ritardata è una giustizia negata», ha sostenuto Montesquieu. Probabilmente e finalmente adesso ci sarà chi varcherà per la prima volta la porta di via Verdi. Tra questi riteniamo una testimone importante, come la sottoscritta, mamma di Giacomo e Alberto. Tutto sarà, speriamo, esaminato alla luce del sole, sotto il controllo di un magistrato, come il pubblico ministero, che ha esercitato un suo potere, o meglio: dovere. Ora tocca ai tempi supplementari e ai magistrati individuare chi dice la verità e chi no. Tutti possono sbagliare, medici, magistrati, cittadini. Il rimedio si può ottenere solo operando con un’etica che riequilibri, almeno in parte, la distima che il 70% degli italiani nutre nei confronti dei magistrati”.

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Il Gazzettino

 
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