un terzo degli investimenti dell’Autorità di sistema si è concentrato sugli aeroporti abruzzesi – .

un terzo degli investimenti dell’Autorità di sistema si è concentrato sugli aeroporti abruzzesi – .
un terzo degli investimenti dell’Autorità di sistema si è concentrato sugli aeroporti abruzzesi – .

ANCONA Lo squilibrio è insito nei dati macroscopici: un terzo degli investimenti dell’Autorità di sistema portuale sono concentrati nei porti sotto la giurisdizione abruzzese. Geolocalizzando la cifra, 108 milioni di euro saranno stanziati per Ortona, Pescara e Vasto. Sul fronte marchigiano, l’insieme dell’Ancona-Falconara, che vale due, Pesaro e San Benedetto, andrà a 253 milioni di euro. Un impegno preso, assicurano in sede dell’Ente, già finanziato e pianificato. Dalla serie: qui e ora.

Andando oltre, il golfo dominato dalla maestosa Cattedrale di San Ciriaco dovrebbe restare in cantiere per poco meno di 200 milioni. Una reiterazione della sproporzione: quella che, nel “gruppo dei sette”, si distingue per essere il riferimento produttivo dell’economia regionale e il nucleo dei corridoi europeo scandinavo-mediterraneo e baltico-adriatico, che genera il 99% dei passeggeri il traffico e il 90% di quello delle merci, riesce a drenare poco più della metà delle risorse destinate al sistema, tutte. Sempre seguendo la ferrea logica dei numeri, e prendendo il 2021 come anno tipo, i ricavi del porto dorico sono stati di 8,5 milioni sui 10,5 milioni dell’intera organizzazione interregionale. L’ingranaggio replica il suo moto: la redistribuzione degli utili segue il criterio 70-30, il primo dato si riferisce ad Ancona, il secondo al resto dei porti, con il peso residuo. L’evidente squilibrio.

Le figure

Entrando nelle pieghe, al capitolo dragaggio, cioè l’aumento della profondità dei fondali, l’elemento chiave per consentire l’accesso alle grandi navi, pena il sorpasso su Ravenna, nel porto di Ancona con un investimento di 12 milioni si punta a migliorare competitività. Il presidente dell’Autorità Vincenzo Garofalo raddoppia l’effetto: «Domani (oggi, ndr) è prevista una riunione in Regione poiché i sedimenti risultano adeguati per i lavori di ripascimento». E va oltre: «In attesa delle autorizzazioni ambientali si appaltano i lavori di bonifica bellica. Sono inoltre previsti scavi per adeguare il fondale a meno 14 metri davanti al primo tratto del rettilineo della banchina”. E ce ne sono altri 4,5 milioni, ma il tempo stringe. Altro giro: il piazzale sul Molo Clementino che, secondo i progetti, dovrebbe diventare il terminal delle grandi navi. Lunga 350 metri, elettrificata, con 22 milioni di euro del fondo nazionale a disposizione e il corollario di un projectfinancing con MSC, si farà. A patto che il Ministero dia l’ok. Il parere del Comune Dorico non è più una raffica di fuoco. Il processo procede. In attesa che i lavori siano completati, sotto la Cattedrale, accanto all’Arco di Traiano, si sta progettando un nuovo terminal crociere, al binario 15: sul tavolo ci sono 3 milioni di euro. Sarà innovativo e molto sostenibile, ma soprattutto sarà la dimostrazione che quello che dovrebbe riflettersi nel bacino di Fincantieri non sarà un accordo veloce. Il presidente corregge il suo approccio: «Sarà un aggiustamento necessario, che servirà anche in futuro». Niente va sprecato. Come la pavimentazione delle banchine 19, 20, 21, propedeutica allo spostamento dei traghetti dal porto antico, operazione già in fase di affidamento dei lavori. Altra questione all’orizzonte: senza un molo, un pontile o un mattone da costruire, cosa che richiederebbe una variante del masterplan e un ampliamento dell’intervento, le barche non potranno ormeggiare. Garofalo prova a diradare le nebbie e a zittire i detrattori: «Stiamo già pensando alla possibilità di un pontile». Lui accelera.

Il resto dei porti

Cambiando prospettiva, e peso specifico, a Pesaro sono riservati 11 milioni per realizzare un bacino di ricarica per il dragaggio dei sedimenti. Un’opera per la quale è in corso presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici l’iter per l’approvazione dell’adeguamento tecnico-funzionale. Stesso discorso per San Benedetto, varia solo la cifra che sale a 18 milioni. Varcata la frontiera e posizionata la sbarra su Ortona, è in fase di completamento la seconda parte, per 1,5 milioni, della ricostruzione del profilo della scogliera del molo nord. A Pescara, dopo l’illuminazione della zona banchina sud, con 350mila euro, è ora al via la progettazione esecutiva della revisione dell’impianto di videosorveglianza, per un milione. Concentrandosi su Vasto, ultimo tassello del mosaico, ecco il piano di consolidamento della banchina nord, per un milione di euro, e l’allungamento della diga foranea e l’ampliamento del piazzale est, per 25 milioni. Garofalo fa il punto e resetta lo scenario: «Non condivido il concetto di squilibrio: Ancona è sempre stata destinataria di risorse, gli altri aeroporti no. È la prima volta in molti anni che li ricevono”. Dissonanze nel “gruppo dei sette”.

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Corriere Adriatico

 
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