«Senza carbone ce la faremo» – .

«Senza carbone ce la faremo» – .
«Senza carbone ce la faremo» – .

“La parte anteriore Tarantinosia per la produzione diacciaiosia per la decarbonizzazione di un grande impianto come quello di Ilva, è la bandiera dell’Italia. Dobbiamo riuscirci a tutti i costi”. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto, è chiaro Picchetto Fratin, che ieri pomeriggio si trovava a Taranto per un incontro presso l’Autorità Portuale con il presidente Sergio Prete e il segretario generale Roberto Settembrini. Ma anche per quanto riguarda l’ubicazione a Taranto di una delle grandi piattaforme per la costruzione e l’assemblaggio di parchi eolici offshore galleggianti, il ministro è positivo dopo che Taranto e Brindisi, attraverso le rispettive autorità portuali, hanno presentato nei giorni scorsi al ministero una candidatura congiunta. «Non posso dire in questo momento cosa preferisco – dichiara Pichetto Fratin -, ma aspettavo la candidatura di Taranto. Mi ha fatto piacere che ci sia una candidatura congiunta con Brindisi. È la capacità di una realtà di fare un disegno più ampio, un progetto comune”.

Il giorno

Il ministro arriva nel primo pomeriggio. Con lui i deputati di Forza Italia Mauro D’Attis e Vito De Palma, la deputata di Forza Italia Laura De Mola, unico candidato pugliese alle europee e il consigliere regionale Massimiliano Di Cuia. Incontra prima i vertici istituzionali e l’Autorità, poi i giornalisti a partire dall’ex Ilva. Decarbonizzare l’acciaio significa innanzitutto costruire l’impianto per il ferro preridotto che alimenterà i futuri forni elettrici dell’industria siderurgica, che secondo i commissari entreranno in funzione nella seconda metà del 2027. «La copertura finanziaria c’è. L’Unione Europea ha dato l’ok anche al finanziamento ponte, l’ultimo che diamo ai commissari per andare avanti. Abbiamo l’obiettivo intero perché è l’Italia, non solo Taranto», dice Pichetto Fratin a proposito del miliardo per il preridotto, uscito quasi un anno fa dal Pnrr, ora rientrato ma imputato sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. La decarbonizzazione, per il ministro, «è un lavoro iniziato tanti anni fa. Chiaramente ci sono state molte difficoltà. Adesso sul fronte Ilva abbiamo i commissari che stanno lavorando al piano industriale e ci hanno dato le prime indicazioni del piano. Da parte mia, come ministero, ho il miliardo stanziato dai fondi Pnrr che ho trasferito al Fondo Sviluppo e Coesione per un motivo molto semplice: avere tranquillità riguardo alle scadenze, perché avevo qualche dubbio vista anche la complessità e delicatezza di fare tutto questo”.

Tornando invece all’eolico offshore (in base al Decreto Energia le zone da scegliere sono due, entrambe al Sud), Pichetto Fratin afferma che «certamente anche le condizioni di Taranto sono ottimali, ma questo non è previsto la conclusione delle indagini svolte. Dico ottimale perché il piano che ho presentato con il decreto Energia è quello di individuare i porti che devono attrezzarsi e che hanno le condizioni per attrezzarsi. Poi ci devono essere navi equipaggiate. Le piattaforme eoliche offshore, che devono essere tante, hanno un peso di acciaio non indifferente – rileva il ministro -. La stima per ciascuna piattaforma è di 5-6mila tonnellate. L’intenzione del Governo è quella di individuare vaste aree in alto mare, estese per centinaia di chilometri, per frazionarle e metterle a gara”. E in alto mare, visto che la Puglia è stata scelta per diversi parchi eolici offshore galleggianti, il ministro precisa: «Dove c’è tanto vento e non ci sono problemi di skyline», cioè impatto visivo.

La decarbonizzazione, tuttavia, deve anche fare i conti con la tabella di marcia stabilita dall’UE, che molti paragonano a un livello molto alto. Il ministro spiega: «Non c’è dubbio che l’obiettivo è quello della decarbonizzazione e della neutralità entro il 2050. È nostro dovere, anche se abbiamo solo 0,7 emissioni di carbonio a livello percentuale nel mondo. Si tratta di un impegno specifico che il nostro Paese ha preso per agire contro il cambiamento climatico e l’aumento della temperatura terrestre. È un impegno che il nostro Paese ha anche nei confronti dell’Unione Europea, ma partire dall’Ue significa definire regole che non siano esagerazioni ideologiche ma realistiche”. “Quando dico realistico significa – aggiunge Pichetto Fratin – che non possono esserci colpi di testa alla Timmermans da parte della sinistra europea, che in modo molto ideologico ha stabilito che dopo il 2035 non dovranno più esserci motori a combustione interna”. C’è anche un passaggio sulla bonifica. Il ministro precisa: «Abbiamo nominato un commissario, d’intesa con la Regione Puglia, a cui è stato dato il mandato di andare avanti. Risorse? Ne abbiamo tutti bisogno”.

«Abbiamo presentato un emendamento affinché il commissario alla bonifica, Vito Uricchio, non sia isolato ma affiancato da una struttura – annuncia De Palma -. Con la conferenza dei servizi si è poi ripresa la ridefinizione del Peccato di Taranto. Le osservazioni verranno valutate e dovranno essere condivise alcune istanze del Comune di Taranto in merito”. D’Attis sottolinea che per Brindisi il ministro ha già firmato i decreti che riconfigurano l’area del Peccato, liberando quella non più inquinata, e lo stesso avverrà per Taranto una volta terminata l’indagine. «Ma l’elemento importante è la candidatura comune delle due Autorità Offshore grazie al nostro emendamento – osserva D’Attis -. Le due Autorità Portuali non avevano mai lavorato insieme”.

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