Viale Unità d’Italia, percorsi tattili-plantari per non vedenti, la richiesta dell’Unione Italiana Ciechi – .

Viale Unità d’Italia, percorsi tattili-plantari per non vedenti, la richiesta dell’Unione Italiana Ciechi – .
Viale Unità d’Italia, percorsi tattili-plantari per non vedenti, la richiesta dell’Unione Italiana Ciechi – .

Una città non adatta ai ciechi. O quantomeno, parte di Salerno. Nonostante le difficoltà quotidiane vissute dai tanti utenti non vedenti della città di Arechi, vale la pena lanciare un appello alle istituzioni il consigliere regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Antonio De Angelis. Ostacoli, rischi, pericoli: tutto concentrato in un’area limitata che per la percezione di un cieco è come avere un mare ai propri piedi, dove non si sa fino a che punto spingersi per non affondare. Chi vuole “nuotare” in totale sicurezza è proprio il consigliere dell’associazione, che – nonostante la sua disabilità – conosce a memoria la città e tutte le barriere che presenta, soprattutto nella zona della cittadella giudiziaria, dove i percorsi dovrebbero essere – al contrario – più facili e alla portata di tutti.

LE PAROLE
Così lo stesso De Angelis lancia un appello alle istituzioni e ai responsabili: «Ho voluto portare all’attenzione una forte criticità di pericolo in viale Unità d’Italia. Dato che il marciapiede è largo su entrambi i lati e privo di ostacoli percettivi che ne consentano una fruizione in sicurezza (ad eccezione del bordo delle aiuole che delimitano il prato sotto il muro perimetrale dello stesso) – ha sottolineato – sussiste anche l’inesistenza di percorsi tattile-plantari che guidano nel percorso fino all’ingresso della cittadella giudiziaria, a quello di Viale Unità d’Italia e via Dalmazia». Un percorso che De Angelis ha potuto verificare personalmente, insieme al suo “fido amico”, un bastone bianco: «Non esiste una segnalazione tattile-plantare che ti guidi in corrispondenza dell’unico sistema semaforico di guardia con avviso sonoro situato all’altezza IL Cittadella. Ma le criticità sono tante: il marciapiede che porta al ponte che attraversa il fiume Irno è caratterizzato da travi in ​​ferro che probabilmente hanno una funzione strutturale e decorativa ma poiché il marciapiede non ha percorsi tattili è pericoloso per i non vedenti. A destra invece lungo il parapetto ci sono delle piante che invadono il vialetto e creano rischio di ferirsi in quanto sono rovi e se ci si sposta verso il centro poiché le travi della capriata del ponte sono inclinate non si percepiscono con il bastone e rischi di colpire violentemente con la testa i tubolari, ferendosi gravemente. Non esistono confini che permettano ai ciechi di viaggiare diritti e sicuri”.

Infine la proposta: «Creare percorsi tattili-plantari nel corridoio centrale o nel perimetro esterno ripulendo la vegetazione».

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La mattina

 
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