“Aumenta praticamente ovunque. Pisa è la città più cara d’Italia e Firenze è terza in termini di differenza percentuale rispetto allo scorso anno”

“Aumenta praticamente ovunque. Pisa è la città più cara d’Italia e Firenze è terza in termini di differenza percentuale rispetto allo scorso anno”
“Aumenta praticamente ovunque. Pisa è la città più cara d’Italia e Firenze è terza in termini di differenza percentuale rispetto allo scorso anno”

Nota – Il presente comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è quindi un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Alla luce degli ultimi dati sulla variazione degli importi della tassa sui rifiuti (TARI) nelle diverse città italiane, resi disponibili da uno studio del Servizio Politiche economiche, fiscali e previdenziali della UIL, un significativo aumento della tassa si nota un peso per le famiglie toscane, che peserà soprattutto sull’economia dei meno abbienti. Nel Paese, dal 2018 al 2023 si è registrato un aumento medio del 9,63%, di cui l’1,66% solo nel 2023. In termini assoluti quindi, una famiglia di quattro persone, residente in una casa di 80 mq e con un reddito ISEE di 25mila euro, ha pagato, in media, 331 euro di tassa rifiuti nel 2023, contro i 302 euro pagati nel 2018. Nel Centro Italia tale aumento è stato del 3,22%, con una spesa media di 347 euro. La situazione in Toscana non è delle più rosee. Pisa, ad esempio, detiene il primato assoluto di spesa con una media annua di 545 euro per famiglia, quasi trenta euro in più della seconda, Brindisi (518 euro). Mentre tra le dieci città italiane che hanno registrato il maggior incremento percentuale tra il 2022 e il 2023 troviamo due toscane: Pistoia al quinto posto (10,67%), che passa da 445 a 492 euro, e Firenze al terzo posto (14,67%) , che passa da 291 a 334 euro, rimanendo comunque nella media nazionale. Negli ultimi cinque anni, inoltre, tre capoluoghi di provincia hanno registrato un incremento superiore al 25%: Pistoia (+55,4%), Firenze (+40%) e Arezzo (+39,67%). Da segnalare anche Pisa, il cui incremento è del 24,23%. Ci sono anche buone notizie. Lucca e Grosseto sono infatti tra le dieci città italiane più virtuose dal punto di vista della variazione percentuale: la prima si attesta all’8° posto con un calo del 3,49%, la seconda segue al 9° posto con un calo del 2,96%. Anche a Siena la TARI diminuisce dello 0,79%, ma dal 2018 il dato è interessante, essendo l’unica provincia con una differenza negativa anche del 10,5%. Secondo il segretario generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè, questi “sono dati che evidenziano come, per l’ennesima volta, siano le famiglie a sopportare gli aumenti della pressione fiscale, con poche eccezioni. Le famiglie toscane che negli ultimi mesi sono state colpite da eventi meteorologici estremi – per i quali molte famiglie sono ancora in attesa di risarcimento -, dalle conseguenze della pandemia, da un’inflazione che sta dilaniando i loro risparmi e da una larga presenza di lavoro povero e di scarsa qualità, che incide notevolmente sull’entità del fenomeno. Diversi fattori quindi, come l’inflazione, l’aumento dei costi energetici, i costi di gestione dei rifiuti – che variano in base alla densità abitativa, alla conformazione del territorio e alle infrastrutture disponibili – possono influenzare l’importo della TARI. Ci aspettavamo che, con la nascita della Multiutility in Toscana, si potesse invertire la tendenza, stabilizzando le tariffe e addirittura riducendole. Come UIL Toscana ci batteremo fino in fondo su questo tema: la nascita di questa importante azienda di servizi non deve portare solo ad un miglioramento dell’efficienza del servizio, ma allo stesso tempo deve anche controllare le tariffe. Chiediamo chiaramente la rapida attuazione del piano regionale relativo alla realizzazione di impianti di riciclo e smaltimento in Toscana, poiché ancora oggi troppi rifiuti vengono inviati fuori regione per il loro trattamento e smaltimento, con costi ovviamente più elevati”

 
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