Amanda Knox condannata a tre anni di carcere per diffamazione contro Patrick Lumumba – .

L’omicidio di Meredith Kercher

aggiornamento

5 giugno 2024

15:18

Amanda Knox è stata condannata a tre anni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze per diffamazione nei confronti di Patrick Lumumba, nell’ambito del procedimento giudiziario per l’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la sera del 1° novembre 2007. Durante l’udienza il 36enne ha detto: “Non volevo accusarlo, era mio amico. Chiedo umilmente alla Corte di dichiararmi innocente”.

Amanda Knox a Firenze per il processo per diffamazione contro Patrick Lumumba

La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha ha condannato Amanda Knox a tre anni di reclusione per calunnia in direzione Patrizio Lumumbanel contesto del procedimento giudiziario per l’omicidio dello studente inglese Meredith Kercher, avvenuta a Perugia la sera del 1° novembre 2007.

La sentenza è stata letta oggi Mercoledì 5 giugno, dalla presidente della giuria, Anna Maria Sacco, alla presenza dell’imputata, arrivata appositamente dagli Stati Uniti insieme al marito Christopher Robinson. Tuttavia Lumumba, la parte offesa nel processo, era assente.

Amanda Knox insieme ai suoi avvocati

Anche se la sentenza dovesse diventare definitiva, dopo un eventuale successivo passaggio della Corte Suprema, il 36enne cittadino americano non sarebbe comunque andato in prigione avendo già scontato quasi quattro anni prima di essere assolto in appello insieme a Raffaele Sollecito per il delitto Kercher.

Perché Amanda Knox non andrà in carcere nonostante la condanna a tre anni per diffamazione contro Lumumba

“Amanda è molto amareggiato, pensava di farcela dopo tutti questi anni. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello alla sentenza in Cassazione“, hanno detto i legali della Knox al termine dell’udienza del novembre 2007. Il 36enne è uscito dall’aula attraverso un’uscita secondaria, così da evitare le telecamere.

“La sentenza è giusta e meritata. Saluto il tribunale di Firenze con molto rispetto e onore per la sua professionalità. È vero, eravamo amici di Amanda Knox, ma gli amici non si pugnalano alle spalle e Amanda mi ha pugnalato. Mi ha pugnalato e non si è scusato”, ha detto invece Lumumba dopo la sentenza di Firenze.

Dopo la frase è arrivato il commento di Raffaello promemoria: “Ho sempre detto e ribadito che durante quegli interrogatori i nostri diritti furono violati e il fatto che lei accusasse una terza persona era derivante dall’errore e all’atteggiamento degli inquirenti che non hanno rispettato minimamente nessuna regola e nessun nostro diritto. Mi dispiace per questo epilogo“.

Amanda Knox: “Non volevo accusarlo, era mio amico”

La Knox era arrivata questa mattina in taxi, accompagnata dal marito Christopher, e si era presentata con i capelli a caschetto, una maglietta rosa, una gonna blu, il viso rilassato e aveva aspettato l’inizio dell’udienza sui banchi della difesa parlando con lei coniuge e i suoi difensori, gli avvocati Carlo Dalla Vedova E Luca Luparia Donati.

Durante l’udienza si era anche liberato dichiarazioni spontanee. “Non avrei mai testimoniato contro Patrick, come voleva la polizia. Non sapevo chi fosse l’assassino. Patrick non era solo il mio capo al lavoro, ma anche Mio amico. Non avevo alcun interesse ad accusare un amico innocente. Patrick mi ha insegnato a parlare italiano, si è preso cura di me. Prima dell’arresto mi ha consolato per la perdita del mio amico. Mi dispiace di non essere stato abbastanza forte per resistere alle pressioni della polizia e che lui ne abbia sofferto”, ha detto il 36enne.

“Ero una ragazza di 20 anni spaventata, ingannata, maltrattata dalla polizia. Il 5 novembre 2007 è stata la notte peggiore della mia vita. Pochi giorni prima la mia amica Meredith era stata uccisa nella casa che condividevamo. Sono rimasto scioccato, era un momento di crisi esistenziale. La polizia mi ha interrogato per ore in una lingua che non conoscevo. Si sono rifiutati di credermi bugiardo, ma ero semplicemente terrorizzato. – ha aggiunto la Knox – Non capivo perché mi trattassero così, minacciandomi di condannarmi a 30 anni se non avessi ricordato ogni dettaglio. Un poliziotto mi ha dato una pacca sulla testa e ha detto: “Ricorda”. Chiedo umilmente alla Corte di farlo mi dichiaro innocente”.

La condanna a 3 anni annullata dalla Suprema Corte e il nuovo processo

La Corte fu chiamata a determinare se la Knox fosse responsabile o meno calunnia contro Lumumba, dopo che la Corte Suprema aveva annullato il condanna a tre anni rinviando il procedimento per valutare la configurabilità del reato in relazione solo al memoriale redatto dall’ex studentessa americana presso la Questura di Perugia durante le fasi del suo arresto (è stato poi definitivamente assolto per il delitto al quale si è sempre dichiarata estranea).

I giudici fiorentini hanno stabilito che all’epoca Amanda aveva reso Lumumba uno degli indagati per l’omicidio di Meredith, ma per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni. La giovane chiamò più volte in causa l’allora datore di lavoro in una memoria scritta il 6 novembre 2007. Lumumba rimase in carcere 14 giorni e poi fu assolto: di lui non furono mai trovate tracce nella casa del delitto e nella testimonianza di un professore svizzero ha confermato che la sera del delitto lui era al lavoro nel suo pubdove Amanda faceva la cameriera.

Nella precedente udienza del 10 aprile, il Procuratore Generale Ettore Squillace Greco aveva chiesto l’ conferma della condanna a tre anni, peraltro già scontato con i quasi quattro anni trascorsi in carcere prima di essere assolto in appello. Secondo i suoi difensori, Amanda Knox è stata invece “vittima” della “violazione dei suoi diritti di difesa” e del “processo mediatico” e pertanto dovrebbe essere assolta.

Patrizio Lumumba

Nel corso dell’udienza sono state vietate le registrazioni audio e video, come deciso dal presidente della Corte d’Appello, Alessandro Nencini. “Non sono ammesse registrazioni audio o video del processo relativo ad Amanda Knox sia all’interno dell’aula delle udienze che nelle altre parti comuni del Palazzo di Giustizia di Firenze, con la sola eccezione dell’area della navata centrale del Palazzo stesso”, spiega in un comunicato .

“Viste le numerose richieste di autorizzazione alle riprese televisive, sentita la presidente del Collegio, Anna Maria Sacco, le richieste non possono essere accolte per la necessità di non pregiudichino il sereno svolgimento del dibattimento e della decisione“, Ha aggiunto.

L’omicidio di Meredith Kercher

Meredith Kercher e la casa dove è stata uccisa

Meredith Kercher e la casa dove è stata uccisa

Il 1° novembre 2007 Meredith Kercher, 22 anni, studentessa inglese in Italia, venne trovato macellato nella casa dove abitava con alcuni coinquilini (uno dei quali era la Knox), in via della Pergola, a Perugia. Venne la Knox insieme a Raffaele Sollecito, allora suo fidanzato condannato per il delitto Kercher in primo grado a Perugia e assolto in appello venendo così rilasciato dal carcere.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito in una foto scattata subito dopo il ritrovamento del cadavere della Kercher

Amanda Knox e Raffaele Sollecito in una foto scattata subito dopo il ritrovamento del corpo della Kercher

Ma la frase era annullato dalla Corte Suprema che ordinò un nuovo processo celebrato a Firenze e si concluse con una nuova condanna, poi annullata definitivamente senza rinvio dalla Suprema Corte che rese definitiva l’assoluzione. Per l’omicidio dello studente inglese ilsolo uno condannato a 16 anni in competizione (con procedura abbreviata) era Rudy Guede.

 
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