Pisa la città più cara d’Italia. Pistoia al sesto posto – .

Pisa la città più cara d’Italia. Pistoia al sesto posto – .
Pisa la città più cara d’Italia. Pistoia al sesto posto – .

Tari: Pisa la città più cara d’Italia. Pistoia al sesto posto.

Tari, Pisa è la città italiana dove le famiglie spendono di più tassa sui rifiuti con una media annua di 545 euro nel 2023. Pisa seguita da Brindisi, Genova, Latina, Napoli.

Pistoia nella top ten delle città più care, al sesto posto con 492 euro.

Lucca e Grosseto, le più virtuose della Toscana, diminuiscono rispettivamente del 3,49% e del 2,96% dal 2022 al 2023. Negli ultimi cinque anni Pistoia è cresciuta del +55%, Firenze del +40%, Arezzo +39,67%. Siena scende del 10,50%.

Questo è quanto emerge da uno studio del Servizio Politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil sulla Tari 2023 e sulla Tari nel quinquennio 2018-2023.

Tra le dieci città italiane che hanno registrato il maggior incremento percentuale tra il 2022 e il 2023 troviamo due toscane: Pistoia al quinto posto (10,67%), che passa da 445 a 492 euro, e Firenze al terzo posto (14,67%). che passa da 291 a 334 euro, rimanendo comunque nella media nazionale.

Negli ultimi cinque anni, inoltre, tre capoluoghi di provincia hanno registrato un incremento superiore al 25%: Pistoia (+55,4%), Firenze (+40%) e Arezzo (+39,67%). Da segnalare anche Pisa, il cui incremento è del 24,23%.

Lucca e Grosseto sono infatti tra le dieci città italiane più virtuose dal punto di vista della variazione percentuale: la prima si attesta all’ottavo posto con un calo del 3,49%, la seconda segue al nono posto con un calo del 2,96%. . Anche a Siena la TARI diminuisce dello 0,79%, ma dal 2018 il dato è interessante, essendo l’unica provincia con una differenza negativa anche del 10,5%.

In Italia, evidenzia la Uil, dal 2018 al 2023 si è registrato un aumento medio del 9,63%, di cui l’1,66% solo nel 2023. In termini assoluti quindi, una famiglia di quattro persone, residente in una casa di 80 mq e con un reddito ISEE di 25mila euro, pagati, in media, 331 euro di tassa rifiuti nel 2023, contro i 302 euro pagati nel 2018.

Nel Centro Italia l’incremento è stato del 3,22%, con una spesa media di 347 euro.

Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana: “Dati che evidenziano come, per l’ennesima volta, siano le famiglie a sopportare gli aumenti della pressione fiscale, con poche eccezioni. Famiglie toscane colpite negli ultimi mesi da eventi meteorologici estremi, tante famiglie sono ancora in attesa di risarcimenti. Dalle conseguenze della pandemia, da un’inflazione che sta lacerando i risparmi e da una larga presenza di lavoro povero e di bassa qualità, che incide non poco sulla portata del fenomeno.

Diversi fattori quindi, come l’inflazione, l’aumento dei costi energetici, i costi di gestione dei rifiuti, che variano in base alla densità abitativa, alla conformazione territoriale e alle infrastrutture disponibili, possono influenzare l’importo della TARI.

Ci aspettavamo che, con la nascita della Multiutility in Toscana, si potesse invertire la tendenza, stabilizzando le tariffe e addirittura riducendole. Come Uil Toscana ci batteremo fino in fondo su questo tema: la nascita di questa importante azienda di servizi non deve portare solo ad un miglioramento dell’efficienza del servizio, ma allo stesso tempo deve anche controllare le tariffe.

Chiediamo chiaramente la rapida attuazione del piano regionale relativo alla realizzazione di impianti di riciclo e smaltimento in Toscana, poiché ancora oggi troppi rifiuti vengono inviati fuori regione per il loro trattamento e smaltimento, con costi ovviamente più elevati”.

 
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